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Liberi di esprimersi

Si obietta spesso che i bambini “montessoriani” siano liberi di fare tutto ciò che vogliono e che non siano disciplinati. Ma è davvero così?

Si obietta spesso che i bambini “montessoriani” siano liberi di fare tutto ciò che vogliono e che non siano disciplinati. Non vi è niente di più falso.

La disciplina non è fatta di punizioni o privazioni ma è un lungo processo che si costruisce nell’amore, nella fiducia e nella pazienza infinita. Maria Montessori definisce questo metodo Disciplina Attiva che vede, appunto, il bambino coinvolto attivamente e lo responsabilizza rispetto al proprio comportamento attraverso il senso morale e la competenza emotiva.  L’adulto, pertanto, non punisce e non impone, bensì, lascia il bambino libero di fare, rispettando la spontaneità e la sua più autentica natura. Perché ciascuno è diverso, unico ed irripetibile.  Il principio che caratterizza il lavoro della Montessori è, infatti, “Aiutami a fare da solo”; lasciare liberi non significa che si debba abbandonare il bambino a se stesso, ma proporgli un ambiente in cui possa agire liberamente.

Poche regole caratterizzano l’ambiente di gioco, ma sono invalicabili. Il disordine, il dilettantismo e il fai-da-te non sono contemplati: tutto deve essere pensato e niente è lasciato al caso. L’ambiente viene organizzato per aree, ciascuna dedicata ad una specifica attività: lettura, scrittura, scienze, disegno, manipolazione e vita pratica, dove il materiale è disposto ordinatamente nelle stesse posizioni, per agevolare l’accessibilità diretta da parte dei bambini. Si fa in modo che il bambino possa scegliere a cosa vuole dedicarsi tra i materiali messi a sua disposizione.  Su tutto regna l’ordine, poiché il bambino non può lavorare bene in un ambiente caotico, soprattutto nella fascia tra i 0 e i 3 anni. Quindi l’ordine è una condizione necessaria per sviluppare la capacità di cogliere le relazioni tra gli oggetti, l’orientamento e padroneggiare l’ambiente circostante.

L’adulto ha davanti a sé un bambino che, per così dire, non esiste ancora, ma che si rivelerà attraverso il gioco, un tipo di gioco spontaneo che sviluppa la concentrazione, la responsabilità e l’ indipendenza di pensiero. 

Dalla spiegazione che la Montessori fa della disciplina ne deriva che, la missione di noi genitore è accompagnare i nostri figli verso loro stessi, cioè aiutarli a diventare sé stessi. Ciò significa frenare l’impulso ad agire, non interferire sotto nessuna forma. Quando nostro figlio gioca, il nostro compito è quello di presentare materiale nuovo e proporre attività che lo aiutino a svilupparsi.

In tal modo, il bambino acquisisce l’indipendenza fisica, con l’essere sufficiente a se stesso, l’indipendenza di volontà, attraverso scelte libere ed autonome e l’indipendenza di pensiero, col lavoro svolto da solo, senza interruzione.

I bambini sono anche attratti da ciò che gli consente di inserirsi nel mondo, pertanto,  hanno bisogno di essere attivi e di maneggiare gli oggetti veri e non solo i giocattoli. Non vogliono una vita a parte, hanno bisogno di fare anche delle cose che li mettano in relazione con noi, per questo motivo è necessario farli partecipare alle attività della vita quotidiana come tagliare una banana, stendere i panni, usare l’aspirapolvere. Ovviamente non ci aspettiamo che eseguano perfettamente i lavori, l’importante è che si sentano liberi di farli e che li eseguano con soddisfazione. Attraverso il rapporto di collaborazione con noi, i bambini si adattano alla vita reale e accrescono la fiducia in se stessi.

Anche lo sguardo ha una grande importanza nella relazione e nella comunicazione; guardandoci reciprocamente entriamo in contatto in profondità e riusciamo a trasmettere molte cose, più che con le parole.  Capita a tutti di pronunciare “è troppo pesante per te”. “ attento che cadi”, “ sei troppo piccolo per …”, “ non fare questo…”,  queste parole negative  bloccano il bambino. Mettiamo da parte queste espressioni e enfatizziamo gli avvertimenti amorevoli e incoraggianti, meglio se uniti a uno sguardo silenzioso e protettivo (non disturbarlo mentre agisce). Dare fiducia è il più bel regalo per favorire la fiducia.  Noi genitori possiamo indicare la via verso la libertà, educando i nostri figli a “scegliere”,  ad esempio possiamo incrementare le occasioni per farli esercitare, anziché stabilire cosa devono mangiare o a cosa devono giocare possiamo far scegliere tra due giocattoli, tra due yogurt etc.

Insomma, attraverso la disciplina attiva, il bambino non fa tutto ciò che vuole ma vuole ciò che fa. La libertà non è lo scopo ma un lungo processo attraverso il quale il bambino acquisisce le proprie caratteristiche umane e diventa un individuo libero.

“Disciplinato è colui il quale è padrone di se stesso, pertanto può predisporre delle sue capacità quando occorre seguire una regola di vita”.

Bibliografia

“Educare alla libertà“, Maria Montessori, editore Oscar Mondadori (2008)

“Il metodo Montessori. Per crescere tuo figlio da 0 a 3 anni e aiutarlo a essere se stesso” , Charlotte Poussin, editore Demetra “2017)

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