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Se stai cercando giochi da colorare per divertire e stimolare i tuoi piccoli ecco alcune idee stimolanti.

Dimmi cosa scarabocchi e ti dirò chi sei: prima ancora di dire le prime parole, è tramite il disegno che ognuno di noi inizia a comunicare con gli altri.

Ogni schizzo o ghirigoro è, infatti, il primo tentativo di dare una forma visibile a un concetto o a un’emozione. Si tratta di un’attività spontanea, che i bambini intraprendono autonomamente, e che con il tempo imparano a utilizzare in modo sempre più consapevole. 

Tuttavia, anche i genitori possono fare la propria parte per aiutare il proprio bambino a sviluppare la propria creatività e fantasia tramite il disegno e l’arte in generale, fornendogli i materiali giusti e incoraggiandoli a non avere timori nello sperimentare.

Tramite linee, punti, forme e colori, ogni bambino esprime se stesso e i suoi pensieri: certo, se evitassero di esprimere questa vena artistica sui muri di casa sarebbe meglio, ma chi siamo noi per mettere un freno all’arte?

Ma non ti preoccupare, di soluzioni per favorire l’estro creativo dei nostri pittori in erba e nello stesso tempo salvare la casa da improvvisi attacchi d’arte ce ne sono eccome: lavagnette cancellabili, libri da colorare, proiettori da disegno, lavagne led e tanto altro.  

Ecco un elenco di proposte studiate per lasciare libero sfogo alla creatività del tuo bambino.

Contenuti

I nuovi strumenti degli artisti di oggi e del domani

Grazie ai miglioramenti tecnici e tecnologici, gli artisti di oggi possono contare non solo su pennelli e tele, ma su tanti nuovi strumenti. Questo vale anche per i giochi creativi, che si avvalgono di tanti supporti diversi per adattarsi alle varie esigenze e abilità dei bambini.

Proiettori e tavoli luminosi per esempio, sfruttano la luce per agevolare i bambini nel disegnare anche le figure più complesse. In questo modo possono disegnare ciò che vogliono e dedicarsi alla parte più divertente: colorare!

Carotina Banchetto Proiettore Led

Gli strumenti ci sono tutti: un banchetto a misura di bambino, un proiettore LED, due lavagnette cancellabili, fogli di carta, 12 pennarelli, 5 dischetti… Non resta che accendere la luce e dare inizio al divertimento!

Il Banchetto Proiettore di Carotina, infatti, utilizza i fasci di luce per proiettare sul foglio l’immagine in bianco e nero del soggetto. Basta scegliere l’immagine tra quelli presenti sui dischetti: una volta acceso, sarà molto più semplice per il tuo bambino ricopiare il disegno. Potrà infine colorare l’immagine con i pennarelli inclusi nella confezione.

Ma il proiettore non si limita a ciò: basterà cambiare il dischetto e troverai non solo immagini, ma anche parole da ricopiare. In questo modo il tuo bambino imparerà l’alfabeto e si allenerà anche a scrivere.

Lavagna Led Carotina

E se invece di usare la luce per ricalcare un disegno, la usassimo per illuminarlo dopo averlo realizzato?

La Lavagna Led di Carotina è una lavagna trasparente, sulla quale disegnare con degli speciali pennarelli dai colori fluo. Per utilizzarla basta disporre l’immagine da copiare sotto di essa: essendo trasparente, il tuo bambino potrà vedere quel che c’è sotto di essa e tracciare i contorni del disegno facilmente.

Una volta disegnato il soggetto, non resta che illuminarlo grazie alle 8 luci LED cambia colore che sono presenti sul bordo della lavagnetta: ecco che s’illuminerà come per magia!  

Oltre a disegnare, la lavagna LED è un ottimo supporto per svolgere esercizi o altre attività educative: in caso di errore, basterà passarci sopra un panno umido e tornerà come nuova.

Il disegno e la moda: amici per la pelle

Il mondo della moda affascina da sempre tantissime bambine, che fin da piccole sognano di calcare le passerelle come modelle o lavorare dietro le quinte come stiliste, truccatrici, hair stylist…

Giocare con la moda può avere molti benefici per i bambini, perché li aiuta a comprendere la propria personalità e come esprimerla attraverso il proprio look. 

Tracciare le forme di un abito o di un accessorio è inoltre un ottimo esercizio per sviluppare non solo la creatività ma anche la propria manualità. Proprio per questo motivo molti giochi ambientati nel mondo delle passerelle danno alla bambina la possibilità di “realizzare” i vestiti disegnati con carta o altri materiali di riciclo. Sono quindi un esercizio di creatività a 360°.

Barbie Fashion School Create Your Style

Barbie è l’amica ideale per imparare ad abbinare outfit e accessori, e con questa scuola di moda tenere traccia di tutti i look sarà semplicissimo.

Non manca nulla: aprendo la confezione troverai un quaderno operativo, con all’interno le sagome di diverse modelle, e tanti materiali per decorarle e vestirle, come stencil e pattern. Combinando, infatti, questi elementi, la bambina potrà “costruire” tanti abiti diversi per ognuna delle Barbie presenti nel quaderno. Non dimentichiamoci però dei pennarelli cambia colore:, basta sovrapporre al loro inchiostro quello del pennarello bianco incluso nella confezione per modificarne la colorazione. In questo modo è possibile creare tante fantasie sempre diverse e rendere ogni outfit davvero unico.

Barbie Fashion Atelier

Una vera fashion designer non ha paura di sperimentare, sia con i materiali che con le tecniche di disegno. Ecco quindi un gioco creativo dove la tua bambina potrà lasciare libero sfogo alla sua fantasia.

La confezione contiene un ricco kit di materiali e un tavolino luminoso con il quale è possibile realizzare due attività principali:

ricopiare le immagini di vestiti e modelle presenti sulle schede incluse nella confezione;

utilizzare gli stencil per tracciare i contorni degli abiti sui pattern presenti nel kit.

Dopo aver acceso la base del tavolino basterà collocarci sopra l’immagine da copiare e un foglio bianco: a questo punto, alla tua bambina non resterà che ricopiare la modella o il vestito e colorarli.

Inoltre, per le fashion designer più esperte, basterà dare uno sguardo al libretto creativo per scoprire altri consigli e ispirazioni.

La creatività da portare sempre con te

Viaggiare con i bambini è un’esperienza indimenticabile, ma durante i lunghi spostamenti è difficile trovare un’attività educativa semplice da fare ma che li tenga occupati e li faccia divertire.

Se non sai più quali barzellette raccontare durante i viaggi in macchina o quali giochi fare nei momenti di noia o di attesa, una scuola da disegno tascabile è la risposta. Un gioco di dimensione ridotta da portare sempre con te nella tua borsetta per permettere al tuo bambino di svolgere un’attività piacevole, ma sempre educativa, dovunque voglia.

Pocket Drawing School

Fogli di carta, tovagliette, post-it: esistono tante superfici dove poter disegnare, ma se si è in viaggio avere un supporto su cui disegnare infinite volte sarebbe l’ideale. In questo modo non ci si dovrebbe preoccupare di fogli che finiscono o che si rompono. Un sogno irrealizzabile?

Non preoccuparti, questo prodotto esiste, e unisce una scuola di disegno in versione tascabile e tante immagini dei personaggi Disney più amati: cosa chiedere di più?

La Pocket Drawing School è un kit completo dove puoi trovare 4 lavagnette scrivi e cancella su cui il tuo bambino può disegnare tutte le volte che vuole: per cancellare, infatti, basta utilizzare un semplice panno umido e la lavagna tornerà come nuova!

Oltre alle lavagnette, la confezione contiene un ricco manuale operativo con tante attività e immagini che il bambino può colorare con i pennarelli forniti nella confezione oppure copiare sulle lavagnette.

Non resta che scegliere i personaggi che faranno compagnia al tuo bambino in questo percorso creativo. Chi saranno i fortunati: i motori ruggenti di Cars, i magici protagonisti di Frozen, le romantiche Principesse Disney, o Topolino e i suoi simpatici amici?

Zainetti Colouring And Drawing School

Durante un viaggio in famiglia, le valigie non sembrano mai abbastanza grandi: c’è sempre qualcosa che viene lasciato a casa perché troppo ingombrante o meno importante rispetto al resto, come per esempio i giochi per i bambini.

Perché non permettere ai più piccoli di avere qualcosa da portare sempre con loro, in modo da non pesare sui bagagli dei genitori e avere comunque qualcosa con cui divertirsi?

Negli Zainetti Colouring And Drawing School non manca nulla: al loro interno, infatti, potrai trovare delle lavagnette cancellabili, sulle quali il tuo bambino potrà scrivere con il relativo pennarello scrivi e cancella, così come degli scenari e dei personaggi con cui creare delle vere e proprie scenette. Sia le lavagnette sia gli scenari e i personaggi presentano sul fronte delle immagini a colori, mentre sul retro hanno delle attività o dei disegni da colorare con i pennarelli in dotazione. Se il tuo bambino è a corto d’idee, basterà aprire il libretto operativo, ricco di esercizi e d’immagini da colorare e da ricopiare sulle lavagnette. Il tutto, accompagnato dai personaggi più famosi del cinema e della tv: Peppa Pig e la sua famiglia, Anna ed Elsa di Frozen oppure Minnie e Paperina.

I classici che si rinnovano

Come afferma un vecchio proverbio, “Squadra vincente non si cambia”. I classici non hanno bisogno di grandi modifiche per rimanere al passo con i tempi: in fondo, se si chiamano classici ci sarà un motivo.

Ecco perché sono le tecniche più semplici a riscuotere un maggior successo: basta solo modernizzarsi un po’ nei temi, magari in compagnia dei personaggi più amati dai bambini, e il gioco è fatto.

Sandy Colorando Watercolours

Una delle tecniche più utilizzate in campo artistico è senza dubbio quella degli acquerelli. Data la facile reperibilità degli strumenti e la relativa semplicità della tecnica in sé, questo tipo di pittura viene utilizzato anche nelle scuole.

Come rendere una tecnica così conosciuta accattivante e divertente? Basta aggiungervi… delle sirene! Sandy Watercolours è un set di pittura ad acquerello ispirato al mondo di queste mitologiche creature. Oltre a 6 diverse colorazioni di alta qualità e agli strumenti di un vero pittore, ossia pennelli e tavolozze, nella confezione sono incluse 4 immagini da colorare a tema sirene e un manuale. Quest’ultimo contiene non solo le istruzioni per utilizzare il kit, ma anche una tabella sfumature per creare nuovi colori a partire da quelli già presenti. In questo modo il tuo bambino potrà colorare non solo le immagini già fornite, ma anche moltissime altre.

Drawing School Encanto

I membri della famiglia Madrigal hanno tanti doni, ma il disegno non è uno di essi… A questo però possiamo rimediare! Con la Scuola di Disegno di Encanto, infatti, sarà il tuo bambino a ricevere il dono dell’arte e tutti gli strumenti per coltivarlo al meglio.

Per fare ciò, nella confezione è presente un manuale operativo che raccoglie tantissime immagini tratte dal film Disney e che vengono proposte in ordine crescente di complessità. A ogni tipo di attività corrisponde un livello di difficoltà e una determinata lavagnetta, riconoscibile dallo sfondo. Partendo dalle prime pagine, abbiamo:

esercizi di prescrittura, per i quali si consiglia di usare la lavagnetta bianca;

            – immagini facili, per le quali è consigliato l’utilizzo della lavagnetta puntinata;

            – immagini complesse, per le quali utilizzare la lavagnetta a quadretti;

            – esercizi di scrittura, da svolgere sulla lavagnetta a righe.

Ogni immagine è presentata sul libretto con lo sfondo della lavagnetta di riferimento, in modo tale che il bambino possa usare i puntini, i quadrati o le linee come riferimento per disegnare ogni figura a mano libera.

Due giochi in uno: i puzzle creativi

Un puzzle… per colorare?

Non vi preoccupate, avete capito benissimo: anche i puzzle possono celare delle attività artistiche. Sono i cosiddetti puzzle double face, che presentano da un lato le classiche immagini da ricostruire, mentre dall’altro immagini in bianco e nero pronte per essere colorare.

I principali punti di forza dei puzzle sono due:

– sono un prodotto che si può adattare a tutte le età del bambino, a seconda della pezzatura e delle dimensioni;

– possono riguardare qualsiasi argomento o personaggio.

Esistono puzzle per tutti i gusti: quelli ispirati ai film di animazione come Encanto, Frozen e Cars, o quelli che ritraggono i personaggi di famose serie come Bluey, Bing e Cocomelon. Non possiamo poi dimenticare i personaggi classici come Minnie e Mickey. Chi più ne ha più ne metta!

Creativi non si nasce, si diventa

Come diceva Albert Einstein, “la creatività non è altro che un’intelligenza che si diverte”.

Disegni e immagini sono, infatti, i primi tentativi di comunicare con il mondo e di esprimere se stessi e la propria identità. Per questo motivo è importante stimolare il bambino ad allenare la sua parte più creativa, per permettergli di sviluppare un proprio gusto personale e anche per metterlo davanti a sfide sempre nuove.

In quest’articolo abbiamo presentato una serie di prodotti destinati a bambini di varie fasce d’età:

GIOCHI PER BAMBINI DA 3 ANNI IN SU

Carotina Banchetto Proiettore Led

Lavagna Led Carotina

Peppa Pig Zainetto Colouring And Drawing School

Frozen Pocket Drawing School

Mickey Pocket Drawing School

Princess Pocket Drawing School

Cars Pocket Drawing School

Encanto Drawing School

Puzzle Double-Face

GIOCHI PER BAMBINI DA 4 ANNI IN SU

Barbie Fashion School – Create Your Style

Barbie Fashion Atelier

Minnie Zainetto Colouring And Drawing School

Frozen Zainetto Colouring And Drawing School

GIOCHI PER BAMBINI DA 6 ANNI IN SU

Sandy Colorando Watercolours


Cerchi un’idea per regalare giochi con i numeri divertenti e educativi? Qui troverai dei suggerimenti utilissimi.

La matematica e il gioco: mondi così lontani per qualcuno, eppure così vicini!

La materia dei calcoli può essere un tallone d’Achille per molti studenti, eppure la matematica è utilizzata in moltissimi giochi tradizionali: in quelli di società, ogni volta che c’è bisogno di compiere operazioni per spostare le pedine, oppure in quelli di carte, dove e i giocatori possono prevedere le mosse dell’avversario tramite il calcolo delle probabilità.

Questo stretto rapporto tra matematica e gioco esiste da sempre. Perché non sfruttarlo per imparare qualcosa in più su questa materia e superare quelle difficoltà che la rendono così difficile per molti?

Applicazioni educative, giochi da tavolo, enigmistica matematica: genitori e insegnanti possono sfruttare vari supporti per stimolare i ragazzi ad avvicinarsi dello studio dei numeri con meno timore. Con il gioco, infatti, i bambini riescono a vedere la matematica nonsolo come una materia “da studiare”, e per questo noiosa e astratta, ma come un’abilità. Usando l’aritmetica, la geometria e il calcolo per portare a termine le sfide pratiche che il gioco sottopone loro, i bambini comprendono l’utilità di queste materie e riescono infine anche a padroneggiarle.

Cosa aspetti allora? Dai un’occhiata a questa lista di giochi pensata per aiutare il tuo bambino ad apprezzare la matematica, e trova quello che fa per lui!

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La tecnologia in aiuto della matematica

Telefoni e tablet ci accompagnano sempre, in ogni momento della giornata: a scuola, a casa, o durante il tempo libero, esistono tantissime applicazioni o giochi, con i quali possiamo distrarci e divertirci in tanti modi diversi. Anche i bambini sono sempre molto attratti dalla tecnologia, che può quindi essere efficacemente usata come supporto educativo.

Esistono già applicazioni da scaricare su telefoni o computer che sfruttano le caratteristiche dei dispositivi digitali per rendere l’apprendimento più accattivante e i genitori più Smart sicuramente ne conosceranno qualcuna. Ma come si può trasformare un semplice supporto elettronico in un vero strumento hi-tech educativo?

Tablet hi-tech educativo: sicurezza e divertimento per ogni età

Sei alla ricerca di un dispositivo da portare sempre con te per far giocare i tuoi bambini in sicurezza?

Non cercare oltre: la linea di Tablet di Lisciani è la prima linea tecnologica di supporti multimediali pensata per offrire divertimento educativo, qualità elevata dei contenuti e, soprattutto, un ambiente sicuro per i più piccoli che possono imparare in autonomia senza rischiare brutte sorprese.

Questi dispositivi assomigliano in tutto e per tutto ai classici tablet che si possono trovare in un negozio di elettronica:

Cosa c’è quindi di speciale in questi tablet? La risposta è nei contenuti, pensati e adattati a bambini che appartengono a varie fasce di età.

Tablet per bambini 3 – 8 anni

Ogni applicazione prevede diverse attività, organizzate secondo un metodo progressivo: in questo modo il bambino potrà allenarsi nei vari giochi educativi con i suoi tempi, senza la frustrazione di compiti troppo difficili o troppo semplici e, soprattutto, divertendosi un mondo!

Dotto è un vero tutor: fa domande al bambino e lo premia per i suoi progressi, fa battute e allegre animazioni. Non ci si stanca mai in sua compagnia e questo lo rende un tutor davvero affidabile! 

Tablet per bambini 6 – 12 anni

La scuola è un gioco da ragazzi!

La scuola è uno dei posti più importanti per la formazione e dell’educazione del bambino, ed è anche il primo luogo in cui scopre le sue inclinazioni e forma la sua personalità.

Anche se da adulti rimpiangiamo spesso gli anni passati in classe, da bambini la scuola non riscuote lo stesso successo: mettersi sui libri a studiare, ripassare le lezioni e fare gli esercizi non sono (quasi) mai tra le attività preferite dai giovani studenti.  

Ma… se esistesse un modo per rendere lo studio più accattivante? Certo, basta giocarci su!

Tabelline e problemini

L’incubo di ogni bambino durante le elementari ha un nome: le tabelline. Prova a chiedere al tuo bambino di ripetere le tabelline del sette, dell’otto o del nove e guarda la sua reazione: se riesci a cogliere un leggero fastidio o timore nel suo sguardo, abbiamo un consiglio per te.

Tabelline e problemini è il gioco Lisciani che ripercorre i programmi della scuola primaria travestendoli da giochi. Durante ogni partita i giocatori dovranno sfidarsi tra di loro risolvendo quiz avvincenti su numeri, tabelline e operazioni aritmetiche. Le domande sono raccolte su carte che presentano vari livelli di difficoltà secondo le diverse età dei giocatori. Questo permette ai bambini di sfidarsi non solo tra coetanei ma anche con ragazzi più grandi o più piccoli.

Come ogni gioco di percorso che si rispetti, lungo il cammino ci sono caselle speciali ricche d’imprevisti che rendono la competizione più avvincente. Chi riuscirà a rispondere al maggior numero di domande e a vincere la sfida?

La matematica (e non solo) in compagnia dei personaggi più amati

Avvicinarsi alla matematica fin dalla più tenera età è un passo importante per permettere al bambino di prendere confidenza con i numeri e con quella che, secondo Galileo Galilei, è la lingua in cui è stato scritto l’universo.  Tramite il gioco, il bambino allena la mente in modo divertente ed efficace.

Quando poi è il suo personaggio preferito a guidarlo attraverso la scoperta di operazioni, calcoli e logica tutto diventa magicamente più bello, più interessante e più divertente. Scommettiamo?

Bing la mia raccolta dei giochi educativi

Bing, Flop, Coco, Sula e tutti i loro amici sono alle prese con i primi numeri e le quantità: a quanti trenini corrisponde il numero 5? E a quanti libri corrisponde il numero 1? Hanno bisogno di aiuto per scoprirlo!

Pensata per i piccoli, a partire dai 2 anni, la raccolta dei giochi di Bing è una vera e propria collezione di attività educative, tutte basate sul mondo del simpatico coniglietto e i suoi amici. Non si parla solo di matematica e numeri ma anche di oggetti, forme e colori.

Ce n’è per tutti i gusti:

e molto altro ancora.

La matematica da toccare: il metodo Montessori

Come diceva Maria Montessori: “Il gioco è il lavoro del bambino”. Il suo famoso metodo dà infatti grande importanza al gioco perché, secondo la pedagoga, è questo il primo momento in cui il bambino fa esperienza attivamente del mondo che lo circonda.

Da qui deriva l’importanza dell’allenamento dei 5 sensi, gli strumenti primari e primordiali di esplorazione del mondo e di conoscenza che il bambino utilizza sin dal primo momento di vita, più o meno consapevolmente…

I sensi, come qualunque altro strumento, possono essere allenati e affinati attraverso la pratica: l’esercizio, infatti, aumenta le connessioni neuronali e ne amplifica la potenza. È come se un computer diventasse più potente e performante man mano che lo si utilizza. E allora perché aspettare? Iniziamo!

Numeriere tattile di Montessori Plus

Studiato per i bambini da tre a sei anni, il Numeriere Tattile è un ottimo strumento per insegnar loro a contare. Come tutti i titoli della linea Montessori, anche questo gioco si basa sull’esperienza sensoriale in prima persona, e si concentra in particolare su tatto e vista.

Prima di iniziare a giocare è innanzitutto necessario montare la speciale scatola tattile Montessori, che dovrà in seguito essere riempita con le sagome e i gettoni presenti nel gioco. Una volta preparata la scatola, è il momento di divertirsi! Il bambino può svolgere due tipi di attività:

La matematica e i giochi della tradizione, un legame intramontabile

Moltissimi giochi della tradizione utilizzano la matematica.

Durante i giochi di percorso o quelli di carte, per esempio, i giocatori fanno sempre ricorso ad addizioni o sottrazioni per sommare i punteggi o per capire dove spostare la pedina. Sono operazioni che facciamo in automatico, anche inconsciamente, ma si tratta pur sempre di matematica!

Scopetta e Briscoletta

Scopa e Briscola sono due dei giochi di carte più famosi, protagonisti di moltissime feste in famiglia, ed ora anche i bambini possono conoscere questa tradizione.

In questa simpatica versione adatta anche ai giocatori in erba dai tre anni in su, le regole del gioco sono sempre le stesse, ma i quattro classici semi delle carte sono stati sostituiti da leoni, procioni, orsi ed elefanti e non ci sono più fanti e cavalieri ma astronauti e pirati.

Fate bene attenzione a contare i punteggi e le carte: una singola presa potrebbe essere quello che serve per ribaltare la partita!

Bing Super Game

Il gioco dell’oca + Bing e i suoi amici = Un gioco senza tempo per grandi e piccini. Questa sì che è un’operazione di matematica divertente!

In questo gioco di percorso, adatto ai bambini da tre anni in su, l’obiettivo è aiutare il simpatico coniglietto e i suoi compagni d’avventure a raggiungere la casella d’arrivo. Per fare ciò basterà girare lo spinner e sommare il punteggio ottenuto al numero della casella in cui ci si trova. Attenzione però: sul percorso si nascondono caselle speciali che potranno influire sull’esito della partita. Chi sarà il primo a tagliare il traguardo?

La matematica per tutti

Giochi da tavolo, giochi di carte, giochi elettronici e giochi tattili: apprezzare la matematica non è mai stato così facile con tutte queste proposte educative. Ogni età affronta le sfide imposte da questa materia così importante in modo diverso, per questo esistono tante tipologie di attività che si adattano a tutte le esigenze del bambino.

Per aiutarti a navigare in questo mare di numeri e di giochi, in quest’articolo abbiamo presentato un elenco di titoli studiati per bambini di varie fasce di età:

GIOCHI PER BAMBINI DAI 2 A 6 ANNI

GIOCHI PER BAMBINI DAI 5 AI 12 ANNI


Il Metodo Montessori, usato in tutto il mondo da scuole e docenti, prevede un approccio di gioco e si può applicare alla produzione dei giocattoli. Ecco quelli giusti per ogni fase dello sviluppo.

Nata nelle Marche alla fine del 1800, Maria Montessori è una delle figure femminili più importanti del secolo scorso: filosofa, scienziata, medico, pedagogista, ma soprattutto educatrice, divenne famosissima all’inizio del 1900 quando fondò la prima “Casa dei bambini” e pose le basi di un nuovo sistema educativo che prese il nome di Metodo Montessori. 

Questo metodo mette al centro del processo formativo del bambino la libertà: la libertà di esplorare il mondo con i propri tempi, la libertà di essere curioso, la libertà di essere indipendente dagli altri ma soprattutto la libertà di essere spontaneo e di seguire le proprie inclinazioni. Come diceva la stessa Maria Montessori: “Il gioco è il lavoro del bambino”.

Non tutti i giochi però possono essere Montessoriani. Per definirsi tali devono innanzitutto essere costituiti da:

Ecco quindi una selezione di giochi basati sul Metodo Montessori e alcuni consigli su come sceglierli.

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Esperienze sensoriali: usare i cinque sensi per conoscere il mondo.

I cinque sensi sono un elemento importante del metodo educativo Montessori, poiché sono i primi strumenti che il bambino possiede per imparare a riconoscere ciò che lo circonda.  

Grazie ai sensi il bambino fa esperienza del mondo in prima persona, e questo tipo di apprendimento ha un forte impatto sulla sua mente perché non si tratta d’informazioni ricevute passivamente bensì di conoscenze scoperte attivamente. Un gioco basato sul metodo Montessori deve quindi stimolare il bambino a utilizzare i cinque sensi rendendoli parte integrante dell’attività.

L’INVENTAFAVOLE DEL MONDO FANTASTICO

C’era una volta un cavaliere… anzi no un elfo… no anzi, un orco! Se non sai quale scegliere non è un problema: in questa favola c’è posto per tutti perché quello che succede lo decide il giocatore!

Grazie all’Inventafavole del Mondo Fantastico i tuoi bambini potranno realizzare storie personali e farle diventare realtà. Nella confezione sono contenute 36 tessere da combinare insieme per creare il racconto e un compositoio 3D, un astuto metodo che insegna ai piccoli a rappresentare e organizzare una narrazione.

Una volta completata la storia si possono anche costruire gli scenari e i personaggi ritratti nelle tessere per rappresentare la storia appena creata.

Questo gioco sviluppa:

– Senso della vista e del tatto, per riconoscere oggetti disegnati, forme e personaggi

– Coordinazione occhio-mano

– Creatività

IL MIO PRIMO BANCHETTO MONTESSORI

Lascia che il bambino usi i suoi sensi per completare i vari giochi inclusi in questa ricca raccolta: potrà creare la ragnatela su cui far saltare il simpatico ragnetto, usare i lacci per imparare ad allacciare le scarpe, giocare con le forme e gli incastri, scrivere con la sabbia e costruire la ruota delle emozioni e la ruota del meteo. Utilizzando prevalentemente il senso del tatto e della vista, il bambino potrà imparare non solo a riconoscere le immagini ma anche le diverse forme e i materiali.

Oltre alle 40 attività per esercitare la manualità, la scrittura e la lettura, il banchetto diventa anche un porta giochi: questo simpatico tavolo a misura di bambino contiene infatti un vano nascosto, dove custodire tutti materiali inclusi nella confezione e con i quali divertirsi in tante attività divertenti ed educative.

L’autocorrezione: capire da soli l’errore e come migliorare

Durante il processo di apprendimento, il bambino assume un ruolo attivo che gli permette di sviluppare le sue competenze in modo indipendente e senza fare un eccessivo affidamento al maestro o al genitore.

Ecco perché è importante imparare a capire e gestire l’errore e, nel caso, imparare a trovare una soluzione.

Utilizzando ad esempio incastri e forme autocorrettive o dei semplici riferimenti visivi, il bambino è in grado di accorgersi autonomamente di aver completato in modo corretto o meno un’attività, e in caso contrario può correggersi fino a raggiungere il giusto risultato.

LE LAVAGNE EDUCATIVE

Una vera e propria scuola di scrittura con ben 11 lavagne. La particolarità di queste lavagnette è il fatto di essere 2 in 1: da un lato infatti uno sfondo chiaro sui cui scrivere con lo speciale pennarello scrivi e cancella, mentre dall’altro hanno uno sfondo nero sul quale scrivere con i gessetti come una vera lavagna di scuola!

Nella confezione sono inoltre incluse 80 tessere, ognuna delle quali con una lettera dell’alfabeto e altri simboli, che il bambino potrà utilizzare per comporre diverse parole e posizionare sugli appositi spazi della lavagnetta. Potrà così usare queste lettere come riferimento visivo durante la scrittura: in questo modo sarà in grado di confrontarlo con ciò che andrà a scrivere e potrà anche correggersi nel caso di un eventuale errore.

MONTESSORI BABY HAPPY ANIMALS

Costruisci la bacheca Montessori con i vari habitat e scopri dove vivono i nostri amici animali. La confezione contiene una bacheca da costruire e 57 sagome di animali da smistare: dove vive la mucca? E la giraffa?

Tutte le sagome sono inserite in schede tematiche per permettere al bambino di riconoscere e familiarizzare con i soggetti rappresentati. Le sagome vanno poi estratte dalle schede e inserite nella Bacheca Montessori, nello spazio dell’habitat corrispondente: una volta catalogate, le sagome possono essere reinserite nelle schede e, grazie agli incastri autocorrettivi, il bambino è in grado di correggersi e capire se ha inserito la sagoma nell’ambiente giusto.

La ripetizione: quando la pratica rende migliori

Sebbene non ci si aspetti di usare l’aggettivo “ripetitivo” per descrivere un gioco, perché sembrerebbe una caratteristica negativa, per Maria Montessori non era così anzi, per usare le sue parole: “La ripetizione è il segreto della perfezione”.

La ripetizione, sebbene possa suscitare noia se fatta per molto tempo, se ben calibrata permette infatti al bambino di concentrarsi sul movimento o sull’attività che sta svolgendo estraniandosi dal mondo esterno. Compiendo sempre le stesse azioni, inoltre, il bambino si perfeziona: perfeziona i suoi gesti, i suoi tempi di risposta, la sua conoscenza dell’attività stessa. Ovviamente la ripetizione non va imposta dall’esterno, ma deve provenire dal bambino stesso: per questo motivo è necessario proporgli giochi semplici e di breve durata, con obiettivi adatti alla sua età in modo che possa svolgerli con soddisfazione e possa quindi aver voglia di giocarci ancora.

MONTESSORI PEN

Imparare a scrivere è già di per sé un’attività impegnativa per i bambini più piccoli ma le difficoltà aumentano se costoro non impugnano la penna o la matita in modo corretto: è stato, infatti, dimostrato che una scorretta impugnatura possa causare scompensi posturali e affaticamenti muscolari. Per evitare l’emergere di questi problemi è stata realizzata Montessori Pen, una speciale penna anatomica che possiede speciali alloggi dove il bambino può posizionare le dita in modo da avere una migliore presa.

Questa simpatica penna dal viso sorridente è inclusa in tre prodotti della linea Montessori:

– laSpeciale Scuola di Scrittura Montessori, che contiene anche nove lavagnette double face cancellabili su cui il bambino può eseguire diversi esercizi di scrittura. Nella confezione sono incluse lavagne sagomate, sulle quali il bambino andrà a ripassare le linee dei disegni per famigliarizzare con la presa ergonomica della penna, e lavagne di prescrittura, con esercizi di pregrafismo;

Montessori Pen Basic, una versione pocket della Speciale Scuola di Scrittura Montessori da portare sempre con te: anche qui potrai infatti trovare lavagnette sagomate e di prescrittura, insieme con delle lavagnette con paroline e lettere da ricopiare,

Montessori Pen Ricariche che oltre alla Montessori Pen contiene anche un programma di prescrittura per imparare a tracciare le linee e i primi numeri.

Grazie alla presenza di supporti cancellabili presenti in tutti e tre i titoli, il bambino è in grado di cancellare e ricominciare ogni esercizio un’infinità di volte, ripetendo ogni movimento. In questo modo, oltre ad apprendere le lettere dell’alfabeto e le prime parole, abituerà i loro muscoli a mantenere una posizione corretta .

LA CASA DEI GIOCHI MONTESSORI

Vincitrice del Toys Awards 2022 nella categoria Giochi Prescolari, questa vera e propria casetta dei giochi è il luogo più bello in cui giocare, non solo all’interno ma anche all’esterno! Oltre, infatti, al grande puzzle della casa da ricostruire che diventa un pratico tappetino da interni, questa grande struttura in tessuto possiede su entrambi i lati delle grandi tasche, ognuna delle quali contiene una carta con un’attività per apprendere l’alfabeto, i numeri o i colori. Basterà associare il colore o l’oggetto ritratto sulla carta alla tasca giusta per completare l’attività e allo stesso tempo decorare la casetta. Sul retro di ogni carta è presente anche una filastrocca per imparare a conoscere i soggetti che vi sono rappresentati, e arricchire il proprio vocabolario!

I giochi Montessori, educativi ma coinvolgenti

Da più di 100 anni la filosofia di Maria Montessori continua a influenzare il metodo educativo di genitori e insegnanti, non solo nell’ambito scolastico ma anche negli ambienti domestici. Anche il momento del gioco e dello svago può essere un’occasione per educare il bambino alla curiosità e all’indipendenza, due dei principi chiave di questo metodo educativo, e sulla base di questi valori sono stati studiati diversi giochi che abbracciano diverse fasce di età.

In quest’articolo abbiamo presentato sei diversi giochi, ognuno con delle caratteristiche che li rendono dei veri prodotti d’ispirazione Montessoriana:

L’INVENTAFAVOLE DEL MONDO FANTASTICO

IL MIO PRIMO BANCHETTO MONTESSORI

LE LAVAGNE EDUCATIVE

MONTESSORI BABY HAPPY ANIMALS

SPECIALE SCUOLA DI SCRITTURA MONTESSORI

MONTESSORI PEN BASIC

MONTESSORI PEN RICARICHE

LA CASA DEI GIOCHI MONTESSORI


I bambini imparano giocando ed è questo il modo più naturale per apprendere logica e ragionamento. Ecco un elenco di giochi per sviluppare le abilità dei più piccoli.

Associazioni di carte, puzzle, costruzioni, sagome da incastro, esperimenti possono migliorare le capacità sensoriali di attenzione, memoria e logica dei bambini. La mente diventa più ricettiva e in grado di comprendere il mondo e ciò che li circonda più velocemente. Come diceva, infatti, Platone “I bambini imparano giocando, l’istruzione imposta non resta nell’anima”.

Il gioco permette infatti di allenare la mente e spesso anche il corpo. Non c’è limite alla fantasia di genitori, insegnanti e allenatori nel trovare modalità di apprendimento sempre più coinvolgenti.

Anche Lisciani cerca di trovare, da sempre, soluzioni nuove per permettere ai bambini di apprendere e sviluppare le proprie capacità fin dalla prima infanzia facendo quello che riesce loro meglio: giocare.

Ecco quindi un elenco di 14 giochi per aiutare il tuo bambino a sviluppare la sua abilità di logica e ragionamento.

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Associazioni logiche, per allenare anche le menti più giovani

Nei primi di anni di vita i bambini non hanno ancora sviluppato una piena coscienza di sé e del mondo che li circonda. I giochi più adatti per questa età sono basati sulle associazioni logiche, dove l’obiettivo è riconoscere e classificare le forme e i colori degli oggetti per poterle abbinare tra di loro.

Questo tipo di attività permette ai bambini di sviluppare vari tipi di abilità:

1. La Casa dei Giochi Montessori

Una vera e propria casetta in cui giocare, non solo all’interno come qualsiasi casa dei giochi, ma anche all’esterno! Vincitrice del Toys Awards 2022 nella categoria Giochi Prescolari, questa simpatica struttura di grandi dimensioni possiede su entrambi i lati delle grandi tasche, ognuna delle quali contiene una carta con un’attività per apprendere l’alfabeto, i numeri o i colori: basterà associare il colore o l’oggetto ritratto sulla carta alla tasca giusta per completare l’attività e allo stesso tempo decorare la casetta.

Ma una casa va decorata anche all’interno: per questo nella confezione è incluso anche un grande puzzle della casa da ricostruire che diventa un pratico tappetino da interni! A questo punto la grande casa Montessori è pronta ad accogliere e ospitare il tuo bambino per tante giornate di gioco e scoperta: diventerà così il luogo più bello in cui giocare.

2. Carotina Baby Logic 3D

Un puzzle da ricomporre, un componente 3D da costruire, e tessere da associare: sono questi gli elementi chiave che compongono i tre titoli di Carotina Baby Logic. Giochi molto semplici, e quindi adatti ai bambini dai due anni di età. Ma è proprio la semplicità il punto forte di questi prodotti, che permettono al bambino di allenare le proprie capacità logiche grazie a giochi d’incastri e associazioni tematiche.

Ogni titolo è ambientato in uno scenario diverso:

Sono proprio gli elementi da costruire la novità di questi giochi: oltre, infatti, a costituire loro stessi una simpatica attività, servono anche come raccoglitore delle tante sagome contenute nella confezione.

3. Montessori Baby Box Colours

I cinque sensi sono al centro del metodo Montessori, il quale pone al centro dell’educazione del bambino l’esperienza in prima persona: secondo la famosa educatrice Maria Montessori, infatti, questo tipo di apprendimento ha un maggiore impatto sullo sviluppo delle competenze del bambino rispetto a uno studio imposto dall’esterno. Per questo motivo la linea Montessori presenta titoli che fanno dell’esperienza sensoriale il punto focale dell’attività, come succede in Montessori Baby Box Colours.

I tuoi bambini avranno una bacheca da costruire e 53 sagome da classificare secondo i loro colori: tutte le forme sono inserite in schede tematiche per permettere al bambino di riconoscere e familiarizzare con i soggetti rappresentati.

Le sagome vanno poi estratte dalle schede e inserite nella Bacheca Montessori, nello spazio del colore corrispondente. Una volta suddivise e catalogate tutte le sagome, il bambino svolge l’attività inversa reinserendo tutte le sagome nella rispettiva cartella e può farlo da solo grazie agli incastri autocorrettivi.

4. Raccolta Giochi Carotina Baby

Carotina e i suoi amici del prato sono i protagonisti di questa grande raccolta di giochi educativi, pensati per consentire ai più piccoli di sviluppare le proprie competenze di base. All’interno della confezione troviamo un ricco kit di supporti in cartone e in plastica per svolgere 10 giochi diversi: giochi di associazione, per accrescere le capacità logiche del bambino; giochi di costruzione, per sviluppare la coordinazione occhio-mano; giochi d’incastro, per potenziare la capacità di riconoscere e decifrare immagini e sagome; giochi di osservazione, per migliorare l’attenzione e la memoria. Inoltre i componenti sono tutti realizzati in materiali resistenti e di alta qualità, cosicché il bambino possa usarli in piena libertà, senza il rischio che si danneggino.

5. Carotina 50 giochi

Carotina 50 giochi è un vero e proprio kit completo ambientato nel mondo della fattoria e concepito affinché i bambini possano imparare numeri, forme e parole in modo semplice ed efficace! Aprendo la confezione vi troverete davanti moltissimi supporti educativi realizzati con carta e cartone di alta qualità: ognuno di essi può essere usato singolarmente o insieme agli altri per realizzare ben 50 giochi diversi, dai più classici come la tombolina e i mini puzzle, a quelli più moderni che richiedono l’utilizzo della penna elettronica Parlante di Carotina, inclusa nella confezione!

Dal disegno alla scrittura: per mettere la realtà nero su bianco

Anche un semplice scarabocchio può diventare un valido alleato per aiutare il bambino a sviluppare le sue capacità cognitive, perché rappresenta il primo tentativo di comprendere quello che ci circonda ed esprimerlo agli altri. Partendo da un primo approccio molto semplice, ossia la realizzazione di piccoli schizzi e ghirigori, con il tempo il bambino impara ad assegnare un nome e un significato a ogni segno grafico (linee, punti, curve) e apprende anche come combinarli insieme. Imparando a scrivere, perciò, i bambini non allenano solo la coordinazione e la concentrazione, ma anche la loro memoria e la loro capacità di decifrare segni e immagini.

6. Step Insegnatutto

Chi non ha mai sognato di avere un amico robotico tutto per sé con il quale divertirsi e scoprire tante cose nuove? Ora con Step è possibile. Questo simpatico Robot è un vero è proprio tutor, progettato per aiutare il bambino a scoprire il mondo in modo facile ma soprattutto divertente.

Per fare ciò Step possiede uno speciale occhio che gli consente di “leggere” le carte presenti nella confezione: per iniziare a giocare basta solo inserire la scheda con la quale giocare. Ce ne sono tante tra cui scegliere: numeri e lettere dell’alfabeto per imparare a leggere e scrivere; card tematiche per imparare parole nuove e i quiz, per un divertimento interattivo.  

Step ha anche un altro asso nella manica: grazie al suo braccio meccanico è in grado di mimare i movimenti del braccio e della mano del bambino, per permettere a quest’ultimo di riprodurli più agevolmente e memorizzarli.

Questo è il vero segreto di Step: aiutare il bambino a comprendere il mondo con i suoi tempi, aiutandolo passo dopo passo, “step by step”, appunto!

7. Banchetto-Lavagna LED 3 in 1

Un prodotto a misura di bambino! Questo robusto banchetto è dotato di un comodo sgabello per garantire il confort del bambino e un solido piano d’appoggio che con un semplice gesto diventa una maxi lavagna LED da decorare con i pennarelli fluo in dotazione. Dopo aver libero sfogo alla loro fantasia, i tuoi bambini potranno “accendere” i loro disegni grazie ai led colorati presenti nella cornice e con il cancellino incluso nella confezione, potranno cancellare tutto e ricominciare da capo.

Ma non è finita qui: il kit contiene ben 20 giochi educativi ambientati nel mondo della fattoria attraverso i quali i bambini potranno apprendere i colori, i primi numeri e le lettere dell’alfabeto, e allenare la memoria, la logica e l’attenzione.

8. Montessori Pen

I vostri bambini sentono ancora nelle orecchie la voce del loro maestro che li sgrida perché non tengono correttamente la penna? Niente paura, con la Montessori Pen, non accadrà più! Questa simpatica penna dal viso sorridente è stata studiata per facilitare una corretta postura della mano del bambino poiché è stato dimostrato come una scorretta impugnatura possa causare scompensi posturali e affaticamenti muscolari. Per evitare ciò, Montessori Pen possiede degli speciali alloggi per posizionare le dita in modo da avere una migliore presa.

Questa caratteristica la rende il punto di forza della Speciale Scuola di Scrittura Montessori, un kit che contiene, oltre alla Montessori Pen, nove lavagnette double face su cui il bambino può eseguire diversi esercizi di scrittura: ci sono lavagne sagomate, sulle quali il bambino andrà a ripassare le linee dei disegni per famigliarizzare con la presa ergonomica della penna, e lavagne di prescrittura, con esercizi di pregrafismo. Un set completo di strumenti per imparare a scrivere con la corretta postura e che è disponibile anche in una versione pocket nei titoli di Montessori Pen Basic.

Sviluppare il ragionamento: un quiz alla volta!

Durante l’età scolare spesso si dà per scontato che la maggior parte dell’apprendimento venga fatto a scuola, e quindi si trascura l’importanza del tempo libero e di come un semplice gioco da tavolo possa rivelarsi vantaggioso per consolidare quello che si è appreso a lezione

I giochi di società, soprattutto quelli che comprendono quiz o indovinelli, puntano infatti sullo spirito di competizione dei partecipanti e il loro desiderio di vincere sull’avversario per mettere alla prova la loro capacità di problem solving e di concentrazione: sia che si tratti di domande di cultura generale o di argomenti più specifici, nulla stimola la capacità di ragionamento più del tentativo di superare una prova per raggiungere un obiettivo finale.

Uno contro l’altro o in squadra, in compagnia di coetanei o anche di adulti, il gioco sarà una rampa di lancio per spronare il bambino a usare tutte le proprie conoscenze e a ragionare in modi sempre diversi per superare tutte le sfide che gli si presenteranno.

9. Carotina 1000 domande

Se cercate un gioco educativo esaustivo che coinvolga tanti argomenti diversi, non avete più bisogno di guardare oltre! Carotina 1000 domande è, infatti, un vero e proprio programma di apprendimento completo, che racchiude al suo interno moltissime tantissime schede educative e la speciale Carotina Penna Parlante! Questa penna elettronica, che ha le sembianze del simpatico personaggio simbolo del brand, è stata studiata appositamente per essere uno strumento autocorrettivo: Carotina, infatti, s’illumina e produce allegri motivetti quando tocca la risposta giusta!

Se invece c’è bisogno di rilassarsi con un’attività più puramente ludica, ecco che l’interno della scatola si trasforma in un divertente gioco dell’oca!

10. Tabelline e Problemini

La matematica sarà un gioco da ragazzi con Tabellini e Problemini, il gioco di percorso basato sui programmi della scuola primaria. Grazie alle domande con tre diversi livelli di difficoltà, questo gioco permette sia ai bambini più piccoli sia a quelli più grandicelli di giocare insieme e sfidarsi a colpi di cifre e operazioni aritmetiche! Un insieme di quiz stimolanti per consolidare e mettere in pratica tutte le nozioni apprese a scuola, in modo divertente!

11. Carte dei Campioni

Il primo gioco di carte adatto per la scuola!

Sei titoli diversi per sfidare i propri amici (ma anche i propri genitori!) su sei diversi argomenti: italiano, scienze, dinosauri, geografia, matematica, e inglese. Tanti quiz avvincenti con vari livelli di difficolta che potrebbero dare del filo da torcere anche alle menti più allenate!

Il regolamento è semplicissimo: basterà rispondere a entrambe le domande presenti sulla carta per accaparrarsela. Il primo che riuscirà a guadagnare cinque carte potrà considerarsi il campione.

12. Missione impossibile

Cosa succede quando metti insieme tutte le carte dei campioni, e aggiungi una sfida a tempo? Viene fuori una missione impossibile!

In questo elettrizzante gioco di società i bambini formeranno due squadre che si scontreranno in una vera e propria sfida di cervelli! A ogni turno, ogni squadra dovrà portare a termine una missione (o anche più, se sono davvero in gamba!) prima che scada il tempo. Ogni missione consiste nel rispondere in modo corretto a un numero preciso di domande che verrà stabilito all’inizio di ogni turno girando lo spinner. Niente di troppo difficile, vero?

Bisogna stare però molto attenti: ogni squadra potrà muoversi sul tabellone solo se la missione è stata portata a termine con successo, è questo può avvenire solo se tutte le risposte richieste sono state date correttamente. In caso contrario, la squadra dovrà ricominciare la missione da capo e tentare di portarla a termine nel tempo rimanente. Ora è chiaro perché si chiami Missione Impossibile, vero?

Dei giochi per formare gli scienziati di domani

Se pensate che la scienza e la creatività non abbiano niente in comune forse è il caso di riconsiderare la vostra posizione. Quelli che a prima vista sembrano due mondi agli antipodi possono non solo coesistere ma anche aiutarsi a vicenda per stimolare la curiosità di ogni bambino e permettergli di utilizzare tutti gli strumenti a sua disposizione per fare scoperte sempre nuove.

Questo è l’obiettivo dei giochi scientifici, che contengono al loro interno materiali e indicazioni per vivere delle vere esperienze scientifiche e scoprire cosa si nasconde dietro ogni fenomeno naturale. A tale scopo, queste tipologie di gioco prevedono che il bambino apprenda prima di tutto il cosiddetto “Metodo scientifico”, ossia l’insieme di procedimenti tramite i quali ogni studioso indaga la realtà per scoprirne il suo funzionamento.

Non basta però avere il metodo per considerarsi un vero scienziato: saranno infatti la creatività, lo spirito di osservazione e le capacità di problem solving di ogni bambino a renderli in grado di utilizzare questo metodo per porsi sempre nuove domande e cercare di trovare nuove risposte. 

13. Il Super Laboratorio dei Primi 101 Esperimenti

Hai mai pensato a quanti esperimenti porta a termine uno scienziato in tutta la sua carriera? La risposta varia da esperto a esperto, però possiamo dirti che per muovere i primi passi nelle varie discipline scientifiche ne bastano 101! Questo infatti è il numero di esperimenti da fare per terminare questo interessante gioco basato sul metodo scientifico e realizzare la “Mappa delle Scienze”.

Partendo da esperimenti più semplici come quelli sull’aria e l’acqua, fino ad arrivare a esperienze scientifiche più complesse sulla meccanica o la chimica, i bambini s’incammineranno in un vero percorso alla scoperta di 10 argomenti. Per avere un’idea di cosa aspetta i nostri giovani scienziati basta dare uno sguardo al tabellone: tutte le caselle che si trovano sul percorso rappresentano un esperimento da portare a termine, divisi per argomento.

Ogni volta che tutte le esperienze scientifiche di una scienza saranno completate, il bambino riceverà una coccarda da incollare sul libretto. Chi riuscirà a ottenere tutte e 10 le coccarde e diventare così il PICCOLO GENIO DELLE SCIENZE? Non resta che giocare per scoprirlo.

14. Il Grande Laboratorio della Ricerca Scientifica

Microscopio: c’è.

Bisturi: c’è.

Vetrini: ci sono.

Pinzette: ci sono.

Contenitori per i campioni: ci sono.

Non manca nulla: è tutto pronto per creare Il grande laboratorio della ricerca scientifica! 

Questo ricchissimo kit scientifico, infatti, contiene tutto il necessario per realizzare 120 esperimenti sicuri e alla portata di tutti. Chimica, fisica, ottica, botanica, mineralogia, geofisica non avranno più segreti per nessuno: basterà seguire le istruzioni contenute nel ricco materiale illustrato e portare a termine questi esperimenti sarà un gioco da ragazzi.

Nella confezione è incluso anche un microscopio di alta qualità che possiede la messa a fuoco regolabile e un ingrandimento fino a 1200x per osservare da vicino anche il più piccolo granello di sale. I bambini potranno così vivere in prima persona l’esperienza di un vero laboratorio: potranno raccogliere i campioni e posizionarli sul vetrino per osservarli al microscopio, oppure potranno utilizzare materiali di riciclo presenti a casa e realizzare esperimenti sempre diversi. Perché scienziati non si nasce: lo si diventa!

Giochi e attività per tutti i gusti

Imparare non deve per forza essere un’attività noiosa, svolta solo da alcune persone o da relegare solo alle ore di scuola. L’apprendimento non è altro che un processo costante che può realizzarsi in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo, qualunque sia l’età, o qualunque siano le attitudini e le preferenze della persona. Anche il gioco può fare la sua parte e diventare un valido alleato per genitori, parenti e insegnanti per aiutare ogni bambino a migliorare se stesso e le proprie abilità in modo originale e divertente: basta solo trovare il gioco giusto per ogni esigenza.

In quest’articolo abbiamo proposto una selezione di 14 giochi studiati per sviluppare le abilità logiche e di ragionamento di bambini appartenenti a varie fasce di età:


Cerchi un’idea per regalare giochi divertenti ed educativi a Natale? Qui trovi suggerimenti utili e originali per bambini.

Il Natale si avvicina. Ormai è iniziato il countdown che precede il periodo più bello e magico dell’anno. Per grandi e piccini, infatti, le feste natalizie hanno un fascino particolare. Addobbi, dolci prelibati, luci e melodie sognanti. E se i bambini iniziano a scrivere la fatidica letterina a Babbo Natale, i genitori (ma non solo) iniziano ad avere un pensiero ricorrente in testa: cosa regalare ai bambini?

I bambini hanno una miriade di giocattoli e pensare a un’idea regalo per Natale originale e utile diventa un’impresa ardua. Ma allora come fare a scegliere il dono giusto?

In questa guida, ti aiutiamo a scegliere e ad orientarti, suddividendo i giochi in base alle fasce d’età.

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Giochi per bambini di 1 anno

Non c’è cosa più bella che imparare divertendosi, con naturalezza e spontaneità, senza forzature. E non è mai troppo presto per cominciare. I giochi educativi di Lisciani, infatti, utilizzano innovativi strumenti di apprendimento perfetti per le famiglie: inizi a giocarci da piccolo e… non ti fermi più!

I bambini a 1 anno cominciano a esplorare lo spazio circostante, a camminare e conoscono il mondo attraverso il gioco. Ma non solo. Per i più piccoli giocare significa osservare, imitare, scoprire, provare, sperimentare e imparare. A tale scopo occorrono pochi giocattoli speciali educativi, che permettano ai bambini di esprimersi.

Montessori Baby- Play on the floor

Quando tuo figlio aprirà questa simpatica scatola, avrà una bellissima sorpresa: una raccolta di giochi stimolante e divertente. Ma non solo. Una volta aperta, la scatola diventa una pratica box dove conservare tutti i giochi, con l’utilissimo e morbido cuscino Montessori incluso nella confezione. Il regalo che ogni piccolino vorrebbe trovare sotto l’albero.

Montessori Baby- Color box

Questa coloratissima bacheca permetterà al tuo bimbo di scoprire i colori. Prima i colori primari, poi quelli secondari, giorno dopo giorno, imparerà a distinguerli e riconoscerli. Ma quant’è bello apprendere con il sorriso, come insegna Lisciani!

Giochi per bambini da 3 a 6 anni

In questa fase, i bambini esplorano il mondo anche attraverso la condivisione e la relazione con l’altro: il gioco non è solo un momento individuale ma di società con i pari. Il gioco, pertanto, stimola la logica, la creatività e la consapevolezza di sé e degli altri, utilizzando anche la tecnologia, in modo educativo, prerogativa dei giochi Lisciani.

Impossibile resistere a STEP: è un originalissimo robot Hi-Tech parlante che insegna ai bambini tante nozioni in modo semplice e coinvolgente. STEP è un robot simpatico, molto leggero, super compatto e resistente con cui i bambini potranno interagire ed apprendere in modo veloce e divertente, grazie soprattutto al programma didattico efficace. Infatti, si chiama Step proprio perché il bambino impara passo dopo passo, in modo naturale.

Step insegnatutto

Il simpatico robot parlante insegna tutte le competenze di base: a leggere, a scrivere le prime lettere e i numeri, ma anche a disegnare, perfetto in età prescolare perché è una modalità di apprendimento divertente e rispettosa dei tempi dei più piccoli. Insomma, il regalo perfetto per Natale, tecnologico ma allo stesso tempo istruttivo.

Step Leggo e scrivo

Con il suo programma step by step, questo tutor elettronico propone tante attività educative seguendo i progressi del bambino passo dopo passo e lo accompagna nell’apprendimento delle prime competenze. Insegna a leggere e scrivere le prime parole in italiano e in inglese. Fantastico, vero?

Print Cam Barbie

Sei alla ricerca di un regalo originale per bambini alla moda? Impossibile resistere alla fotocamera istantanea per creare e stampare foto con effetti divertenti. Per divertirsi da soli o in compagnia, se si è appassionati di fotografia o non si resiste a catturare i momenti indimenticabili. E vuoi mettere il fascino di avere subito tra le mani la fotografia, per le nuove generazioni? La camera è molto facile da usare, permette di realizzare video e di raccogliere e condividere foto con gli amici. E in più consente di scattare selfie grazie alla dual camera, come uno smartphone. E poi con le fantastiche cornici di Barbie, puoi collezionare tutte le foto e arredare la stanza in modo assolutamente personale.

Banchetto Proiettore Led- Carotina

Praticamente perfetto per apprendere in modo naturale, questo banchetto intrattiene i più piccoli con tantissime attività educative e creative. Ci sono non solo tantissimi disegni da colorare e collezionare, ma anche un programma di scrittura completo per imparare a scrivere le prime paroline in modo naturale. E funziona: provare per credere!

La casa dei giochi educativi

La casa dei giochi è realizzata secondo il metodo Montessori: è in tessuto, con tantissimi giochi educativi da fare dentro ma anche fuori la casetta e stimola il pensiero creativo in modo autonomo e personale. Un dono must have sotto l’albero di Natale.

Giochi per bambini da 7 a 12 anni

Indeciso sul regalo perfetto?

Visita il negozio

Ebbene, questa è la fascia più critica: cosa regalare ai ragazzini in fase pre-adolescente? Un vero rebus. Per fortuna che ci pensa Lisciani con proposte perfette per intrattenere i ragazzi nel tempo libero, sia in compagnia che da soli. I kit Lisciani permettono di dare sfogo alle proprie passioni creando ciò che più si ama, dalla cura della persona alla scienza.

Ricerca scientifica

Il più grande kit di esperimenti scientifici per realizzare più di 120 esperimenti sicuri e alla portata di tutti: botanica, chimica, fisica, geologia e tanto altro. Ma non solo. Un fantastico microscopio di alta qualità per essere un vero scienziato e osservare tutto da vicino.

Scienza delle stelle

Un kit scientifico che permette di scoprire tantissime curiosità sulla volta celeste, con cui studiare le stelle grazie alla mappa stellare e alle carte, a osservare le costellazioni da vicino grazie al fantastico planetario proiettore che illuminerà la stanza. Per bambine e bambini che amano stare con il naso all’insù.

Smalti e manicure

Un ricco kit per realizzare smalti brillanti, cambia colore, brilla al buio, e tanti altri accessori per creare la manicure perfetta e decorare le unghie. All’interno, il meraviglioso asciuga smalto per sentirsi proprio come in un vero salone di bellezza, per regalarsi un momento di coccole, da sole, con le amiche o in famiglia.

Giochi per la famiglia: tutti insieme a Natale è più divertente!

Famiglia gioca con i giochi Lisciani

Durante le feste natalizie è così speciale poter godere della compagnia delle persone care, della lentezza e vivere un momento di pausa della vita frenetica quotidiana. E non c’è magia più grande di vedere la famiglia riunita intorno a un tavolo. Perché non cogliere l’occasione per divertirsi… all’ultima sfida? I giochi per la famiglia Lisciani sono per tutti i gusti, con un mix perfetto tra tradizione e innovazione.

Ludoteca Il gioco della bottiglia

Ecco un gioco evergreen, adattato e rivisitato per divertire anche i più piccini, con scherzi simpatici e sfide improbabili. A chi toccherà?

Giochi Riuniti Piu’ Di 60

Una grande collezione in un’unica confezione per giocare con i grandi classici e dimostrare le proprie abilità con gli avvincenti giochi di strategia. Dal gioco dell’oca agli scacchi, da guardie e ladri a dado thriller: più di 60 giochi perfetti da fare in famiglia o per sfidare gli amici. Idea regalo per Natale da usare subito nei giorni di festa.

Disney Encanto Magical Super Game

Una sfida colorata e allegra, in perfetto stile Encanto, con la famiglia ed i tuoi amici per raggiungere il traguardo, ma bisogna fare molta attenzione alla crepa che si insinua nella casa dei Madrigal. Must have per Natale per tutti i bambini!

Scegliere non è mai stato così semplice grazie alle innumerevoli proposte di Lisciani, da oltre 30 anni al fianco delle famiglie nel cammino di crescita e formazione dei bambini, dai primi mesi di vita fino all’adolescenza.

Regalare a Natale un dono Lisciani vuol dire scegliere il Made in Italy per l’edutainment dei bambini perché “l’educazione deve essere divertente e il divertimento deve essere educativo”.


Uno… sguardo alla storia

Il fascino dell’ottica, lo “studio di ciò che si percepisce con gli occhi”, è antico quanto il mondo: già gli antichi egizi e babilonesi si ponevano domande sulla natura della vista e sugli effetti della luce. La creazione delle prime lenti in quarzo trasparente risale a 4000 anni fa, ma è stato con lo sviluppo della matematica nel mondo greco che si sono iniziate a scoprire le prime leggi geometriche che governano questa disciplina.

Questi studi furono stati portati avanti poi dagli studiosi medioevali, sia europei che arabi, diventando uno dei pilastri di quella che veniva chiamata “filosofia naturale”, ossia l’insieme delle conoscenze sul mondo materiale (contrapposto a quello religioso o spirituale).

Con il progresso degli studi della natura della luce da parte dei primi scienziati, l’ottica geometrica degli antichi iniziò ad integrare all’interno della disciplina conoscenze di tipo fisico, dando origine a quella che chiamiamo oggi ottica fisica. Grazio allo studio della luce come onda elettromagnetica (e ancora più recentemente, come fenomeno quantistico), l’ottica fisica costituisce ancora oggi la cornice scientifica attraverso la quale spieghiamo gli effetti a volte sorprendenti che coinvolgono il senso della vista.

Giochi di luce e illusioni ottiche hanno infatti da sempre affascinato gli esseri umani, ed è possibile trovarne una grande quantità, online oppure su libri e riviste specializzate. Alcuni di questi riguardano la percezione visiva, legata al funzionamento del nostro cervello o dell’occhio umano, mentre altre si basano invece su fenomeni fisici.

Qualche esempio da provare

Uno degli esperimenti più semplici, e più affascinanti, è la scomposizione della luce nei suoi colori fondamentali, così come avviene naturalmente nel fenomeno dell’arcobaleno. Per farlo si può utilizzare un prisma, ossia una oggetto di vetro a base triangolare: la luce entra da una faccia, ed esce dall’altra separata nei diversi colori. Pur essendo un fenomeno noto fin dall’antichità, fu lo scienziato inglese Isaac Newton tra i primi a sperimentare in maniera sistema sistematica con questo effetto, così come fu lui a scegliere quelli che ancora oggi chiamiamo “i sette colori dell’arcobaleno”: rosso, arancio, giallo, verde, blu, indaco, violetto.

Diciamo proprio scegliere, perché quella di Newton fu proprio una scelta, fatta sostanzialmente per motivi legati alla numerologia e alla filosofia: quando invece svolgiamo noi stessi l’esperimenti di scomposizione della luce, ci accorgiamo che i colori sono una striscia continua che va dal rosso al viola, passando per tutte le sfumature intermedie. Se non si ha a disposizione un prisma, si può osservare lo stesso fenomeno anche sulla superficie di un CD o di un DVD: pur trattandosi di fenomeni fisicamente diversi (rifrazione il primo, diffrazione il secondo), il risultato di scomposizione della luce è lo stesso.

Nell’arcobaleno, invece, il fenomeno non avviene attraverso un prisma di vetro o sulla superficie di un dispositivo digitale, ma per la presenza di goccioline di pioggia sospese nell’atmosfera. Lo studio di questo fenomeno ci rivela alcune informazioni interessanti: ad esempio, a causa degli angoli di riflessione interna alle goccioline d’acqua, l’arcobaleno può formarsi solo in direzione opposta al Sole.

Questo significa quindi che l’arcobaleno può manifestarsi solo quando il Sole è sufficientemente basso sull’orizzonte, e solo in alcune direzioni particolari: al mattino, l’arcobaleno può apparire solo verso occidente, mentre al pomeriggio può apparire solo verso oriente, in direzione opposta al Sole che si alza oppure si abbassa sull’orizzonte; l’unica eccezione è nelle regioni polari, sulle quali il Sole rimane basso sull’orizzonte anche durante le ore centrali della giornata.

Oltre al ben noto arcobaleno, un gran numero di prodigi ottici sono dovuti alla presenza in atmosfera di minuscole goccioline di acqua o a piccolissimi cristalli di ghiaccio, che danno origine a fenomeni come aloni, corone, archi, pareli, raggi crepuscolari e anticrepuscolari, nubi nottilucenti, nubi madreperlacee, e molti altri. Infine, altri effetti sono dovuti alla differente temperatura di diversi strati dell’atmosfera, come miraggi, fate morgane, raggi verdi, e altri casi particolari.

Questi e tanti altri esperimenti sono facilmente realizzabili grazie al nostro nuovo laboratorio scientifico I’m a Genius Laboratorio di ottica, con all’interno tutto l’occorrente per scoprire i prodigi dell’ottica con un manuale dove approfondire l’argomento

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Oltre agli effetti di scomposizione della luce, altri prodigi dell’ottica si possono realizzare grazie ai fenomeni della rifrazione e della riflessione. Grazie all’utilizzo di lenti, o anche di semplici contenitori pieni d’acqua, è possibile ottenere effetti strani e divertenti. Immergendo una matita o un altro oggetto lungo e sottile in un bicchiere d’acqua, ad esempio, ed osservandolo lateralmente, si vede bene che la metà immersa nel liquido sembra seguire una inclinazione diversa dalla parte emersa: questo effetto è dovuta al diverso indice di rifrazione delle due sostanze, aria e acqua, attraversate dalla luce. Allo stesso modo, utilizzando un grande bicchiere, o una boccia di vetro piena d’acqua, è possibile utilizzarla come una lente deformante, creando effetti buffi e divertenti.

Finalmente siamo giunti in piena estate e per molti stanno arrivando le ferie. Tempo di ferie e quindi tempo di viaggi, chi per qualche giorno e chi anche solo per una giornata per fare una breve gita al mare o in montagna. Chiunque abbia viaggiato almeno una volta con dei bambini in macchina sa bene che dopo pochi minuti arriva la fatidica domanda “Tra quanto arriviamo?”. I bambini si annoiano velocemente e a quel punto bisogna ingegnarsi pensando ad alcuni giochi da proporre loro per rendere più veloce la sensazione dello scorrere del tempo.

In questo articolo cercherò di fornirvi qualche consiglio su varie attività e giochi che potrete utilizzare come passatempo durante i viaggi in auto.

Una delle prime idee che mi viene da consigliarvi è la cosiddetta scatola o busta delle sorprese. Avete presente le buste sorpresa che vendono nelle edicole? Ecco, simile a quella, il principio lo stesso, ma la dovete preparare voi. Prendete i giochi preferiti dei vostri bambini e metteteli li, comprate anche qualche gioco nuovo, non deve essere per forza costoso. Anche qualcosa di piccolo e adatto ai bambini come le carte dei mimi, degli animali, oppure per i più grandetti dei sinonimi e dei contrari. Ai bambini piace la sorpresa, a loro non importa la spesa. Mettete anche qualche snack e merendina. Stabilite delle regole durante il viaggio, ad esempio, dopo mezz’ora di viaggio potranno prendere senza guardare qualcosa dalla busta. Con le carte degli animali e dei mimi ad esempio potranno passare un bel po di tempo a fare le varie imitazioni e provare a riprodurre i versi degli animali. Per rendere più lungo il tempo della sorpresa incartate due o tre volte gli oggetti che avete scelto. Va benissimo incartarli anche solo con dei pezzi di giornale.

Tutti noi da piccoli abbiamo viaggiato in macchina per andare da qualche parte insieme a genitori e parenti. Mi viene in mente un gioco che la maggior parte di noi ha sperimentato da piccolo, me compresa insieme a mia sorella durante i nostri viaggi. Questo gioco serve tanto per stimolare la fantasia; è molto semplice: osservare le nuvole e dire cosa sembrano loro, scovarne le forme e somiglianze con qualcosa e/o qualcuno che conoscono. Questo gioco diverte sempre tanto i bambini.

Ai bambini piacciono tanto anche le canzoni; un passatempo carino può essere quello di scrivere su dei foglietti i titoli delle canzoni che amano di più e metterli dentro un sacchetto. Durante il viaggio far estrarre loro a turno un foglietto e far partire la canzone sullo stereo.

Se i bambini hanno iniziato la scuola elementare si potrebbe pensare di farli giocare con le parole, ad esempio scegliere una lettera e dire tutte le parole che gli vengono in mente che abbiano quell’iniziale. Si potrebbero fornire loro anche delle tessere ad incastro che funzionano in quel modo.

Un altro modo per tenerli impegnati e sviluppare la fantasia è quello di giocare ad inventare storie, fiabe, favole. I bambini per loro natura sono amanti delle storie, adorano ascoltarle, ma quando vengono messi nella posizione di inventarle loro stessi si divertono tanto. Per aiutarli si potrebbero mettere dentro una busta vari giochini, personaggi, animaletti, e tirarli pian piano fuori aiutandoli a costruire una storia che riguardi pian piano i vari personaggi. Esistono anche vari giochi preposti all’invenzione delle favole che contengono direttamente delle sagome da tirar fuori pian piano e usare per sviluppare la storia. Ognuno a turno può inventare una singola storia, oppure la si può inventare tutti insieme.

Un altro gioco che si può utilizzare durante il viaggio sono le lavagnette da disegno magnetiche. Molto comode da portare in auto e divertenti per i bambini. Possono disegnare ciò che vogliono, oppure possono sfidarsi disegnando qualcosa suggerito dai genitori e l’avversario deve indovinare cosa rappresenta il disegno.

Ci sono tanti giochi da utilizzare come passatempo in auto, già utilizzare in mix tutti questi basterebbe per parecchie ore di viaggio. Pianificate sempre in anticipo le attività e il viaggio. Scegliete il percorso più agevole per i bambini, perché non sempre quello più veloce coincide con quello più tranquillo. Se il viaggio è molto lungo fate delle pause / merenda. Per far sentire protagonisti i bambini, donate loro una cartina, cosi potranno vedere il percorso e potrete far finta di chiedere loro delle indicazioni.

Con tutte questi piccoli accorgimenti il viaggio sarà più sereno, divertente e piacevole per tutti!

Buone vacanze!

L’estate è la stagione perfetta per trascorrere del tempo all’aperto beneficiando del sole e del caldo.

Alle volte però, le alte temperature possono risultare particolarmente difficili da sopportare e quindi è molto utile ricorrere a degli stratagemmi che ci consentano di correre ai ripari senza intaccare il divertimento.

Scopriamo insieme alcuni giochi con l’acqua da fare all’aria aperta a tutte le età.

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Il gioco della spugna volante

Per questo gioco bisogna creare due squadre. Ogni concorrente deve disporsi su una fila, che verrà delimitata dalla presenza di un secchio pieno di acqua al cui interno andrà collocata una spugna.

All’altro capo della fila invece, andrà posizionato un secchio vuoto.

Lo scopo del gioco consiste nel premere a lungo la spugna nell’acqua, in modo che questa possa raccogliere alte quantità di liquido e poi, ogni bambino se la dovrà passare di mano in mano, fino a strizzarla nel secchio vuoto.

Alla fine la squadra che avrà riempito maggiormente il secchio sarà quella vincitrice.

La pesca fortunata

Per questo gioco sarà sufficiente riempire una bacinella o una piccola piscina di acqua e immergere dentro degli oggetti galleggianti ai quali andranno apposte delle graffette.

Ogni partecipante potrà quindi usare un bastone per pescare l’oggetto desiderato.

Per rendere il gioco più interessante si può pensare di scrivere con un pennarello indelebile il punteggio che quel determinato oggetto varrà qualora esso venisse pescato.

Chi fa più punti vince.

Centra il secchiello ad occhi chiusi

Questa attività sta andando molto di moda tra i più giovani, sia perché è un passatempo molto divertente e in più perché permette di rinfrescarsi durante le giornate più afose.

I partecipanti dovranno sedersi in fila indiana e munirsi di una benda scura con cui coprirsi gli occhi.

Ognuno di loro inoltre, dovrà avere un secchio vuoto, tranne il primo che ne dovrà manovrare uno pieno zeppo di acqua.

L’apri fila non dovrà fare altro che sollevare il secchio pieno e, senza guardare, inclinarlo all’indietro cercando di far cadere l’acqua nel secchiello del secondo e via dicendo.

Spesso l’ultimo secchiello finisce per essere quasi completamente vuoto, poiché tutta l’acqua viene persa nel tragitto.

Il gioco del fazzoletto con le bombe d’acqua

Tutti conoscono la variante del gioco più classica, ma non sono in molti a sapere che esiste la possibilità di rendere questo gioco tremendamente estivo.

Sarà necessario infatti, creare due squadre e disporre i partecipanti su due file diverse, ponendo nello spazio centrale un secchio e delle bombe d’acqua che andranno a sostituirsi al fazzoletto.

Una persona esterna dovrà estrarre un numero che corrisponderà ai membri della squadra che, una volta chiamati, dovranno correre verso il secchio e cercare di prendere il palloncino pieno di acqua prima dell’avversario e senza farlo esplodere lungo il tragitto.

Le bombe d’acqua

I gavettoni sono sicuramente il gioco estivo più apprezzato da tutti e che, sicuramente ognuno di noi, avrà avuto modo di fare o ricevere nel corso della sua vita.

In questo gioco però è fondamentale controllare al meglio ogni movimento, anche quello più piccolo, poiché le bombe d’acqua potrebbero esplodere da un momento all’altro.

I concorrenti devono disporsi in sequenza e passarsi i palloncini pieni di acqua cercando di non farli cadere a terra, in quanto non solo ci si bagnerebbe ma si finirebbe per essere sconfitti dagli avversari.

La pignatta

Questo gioco sudamericano è molto amato dai bambini ma anche dagli adulti, in quanto si ha la possibilità di entrare in contatto con un tesoro nascosto che permetterà di scoprire e ricevere moltissime sorprese.

Questa versione tipicamente estiva prevede la presenza di una pignatta da riempire con piccoli giocattoli, caramelle e leccornie, ma anche con palloncini pieni di acqua o di farina.

Il fortunato concorrente dovrà bendarsi e con un bastone cercare di colpire la pignatta che, per rendere le cose ancora più difficili ed entusiasmanti, andrà appesa al ramo di un albero.

È possibile appendere nei pressi della pignatta anche dei palloncini più grandi da riempire di acqua fredda, in modo che essi possano deliziare i partecipanti con intense ed improvvise docce fredde.

Sfumature di ghiaccio

Il ghiaccio è un valido alleato su cui contare in estate, ma può essere utilizzato anche per colorare dei disegni davvero alternativi.

Per farlo basterà preparare il ghiaccio colorato versando una piccola quantità di tempere colorate o colorante alimentare nell’acqua da posizionare in freezer.

Trascorso il tempo utile si potranno utilizzare dei colori più unici che rari, grazie ai quali sarà possibile dipingere a “mente fredda”.

Buona estate a tutti!

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La meraviglia è in grado di connetterci con situazioni inaspettate o nuove ed è in grado di stupirci nelle relazioni che instauriamo e scopriamo

“Guarda le cose come se le vedessi per la prima volta, con gli occhi di un bambino, fresco di meraviglia.”

(J. Cornell)

Il vissuto della meraviglia

La meraviglia appartiene alla vita emotiva di ciascuno di noi, cambia nel tempo, con l’avanzare dello sviluppo cognitivo e al variare delle richieste o delle condizioni dell’ambiente circostante.

E’ particolarmente emozionante guardare un bambino meravigliarsi, sia per i modi “semplici” con cui mostra questo vissuto emotivo, sia, essendo in fase di sviluppo e quindi di esplorazione e scoperta del mondo, per la frequenza con cui la prova.

Le condizioni che possono determinare meraviglia sono molteplici, generate sia da quella sensazione di inaspettato, sia dal contatto con il “nuovo”.

Esiste un rapporto tra lo sviluppo emotivo e lo sviluppo cognitivo dell’individuo, sappiamo  infatti che le emozioni benché cambino nella loro “espressione” ci accompagnano nell’intero arco di vita e la loro complessità aumenta con il procedere dello sviluppo cognitivo.

L’espressione dei nostri vissuti emotivi, sia nell’infanzia che durante la vita adulta, risulta mediata anche da fattori che appartengono agli stimoli esterni provenienti dall’ambiente e dunque dall’ “esperienza emotiva” precedentemente consolidata e dalle risorse a disposizione che abbiamo acquisito e maturato nel tempo.

Un bambino dunque vivrà il suo mondo emotivo in stretta connessione con le competenze sino ad allora maturate. Pensiamo ad un neonato che esprime attraverso piccoli movimenti, come aggrapparsi o allantonarsi, gli stati di calma o attivazione, nella fase di allattamento o in generale rispetto alle figure di attaccamento. Questa dinamica emotiva di vicinanza – allontanamento viene poi resa ancora più possibile, nella fase in cui il bambino comincia a gattonare e sviluppa dunque un controllo più diretto dell’ambiente che lo circonda. In ultimo, sappiamo che le emozioni sono mediate dalle influenze sociali, basti pensare alle espressioni facciali dei neonati e alla risposta che ricevono dai loro caregiver, fin dai primissimi giorni di vita.

Le emozioni dunqe si modificano nel tempo perché il bambino crescendo è in grado di rispondere in maniera sempre più complessa agli eventi circostanti. Questa complessità si osserva sia nella capacità di saper riconoscere l’emozione provata, sia nella capacità di saperla in qualche modo prevedere e gestire.

La meraviglia “situazionale” e quella “relazionale”

Quando la meraviglia scaturisce dal contatto con il “nuovo” si trasforma per il bambino in un’occasione di apprendimento. Il bambino che spingendo una porta scopre che può aprirla ed accedere ad un nuovo spazio nuovo resta meravigliato e al contempo apprende l’esistenza e quindi la padronanza di nuovi spazi che lo circondano. Quando invece la meraviglia ci mette in contatto con l’ “inaspettato” è capace di generare uno stato emotivo a cui segue un ulteriore vissuto emotivo che può essere di gioia, di tristezza o paura, a seconda di ciò con cui poi entreremo in contatto.

La meraviglia risulta avere oltre ad una componente “situazionale”, che abbiamo detto può essere data da una situaziona nuova o inaspettata, anche una componente che possiamo invece definire “relazionale”.

La componente relazionale della meraviglia può nascere dal vedere l’altro provare un emozione, compiere un azione rivolta a noi o ad altri oppure dalla scoperta delle funzioni degli oggetti, nel caso di bambini, di giochi o ancora nell’incontro con gli animali o con la natura.

Non è affatto raro nei bambini molto piccoli cogliere la meraviglia quando ricevono un dono da un altro bambino o da un adulto o ancora quando scoprono che le loro campanelle se agitate producono un suono o che il cagnolino incontrato al parco è estremamente morbido se accarezzato.

Al di là delle dinamiche o dei fattori che possono provocare il senso della meraviglia in ciascuno di noi, la semplicità con cui provarla, ne rivela la sua profonda importanza. 

“…mentre gioca, e forse soltanto mentre gioca, il bambino o l’adulto è libero di essere creativo…”
{Winnicott}

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Gioco “lavoro”, di esercizio e simbolico.

Quando un bambino sta giocando, per la Montessori, sta “lavorando”, il valore del gioco risiede dunque nella possibilità di offrire al bambino di restare nella realtà, senza necessariamente attivare un processo immaginativo rispetto agli oggetti con cui entra in contatto. L’ancoraggio alla realtà a cui la Montessori fa riferimento è possibile grazie ad un ambiente che circonda il bambino in cui lo stesso ritrova oggetti con cui compiere semplici attività di vita pratica.

Questa visione del gioco risulta essere in linea con la cornice della “mente assorbente”, che caratterizza la mente nel periodo infantile, teorizzata dalla stessa: gli elementi che il bambino trova nel suo ambiente gli permettono di sviluppare competenze di vita, utili allo sviluppo motorio e linguistico. L’ambiente “a misura di bambino” è facilmente accessibile e non necessita della guida o presenza costante dell’adulto.

Ad oggi possiamo affermare che il gioco è un’esperienza che permette al bambino uno sviluppo non solo di competenze pratiche ma anche di tipo immaginative, dunque simboliche dove il “fine” educativo non è solo quello di imparare ma diventa anche quello di sentire, immaginare e sperimentare.

Piaget individuò i giochi di esercizio, ovvero tutte quelle attività di gioco che il bambino ripete all’interno di uno schema prevalentemente semplice, generando dallo stesso una forma di apprendimento. Si tratta di giochi di movimento indispensabili per la crescita psicofisica del bambino.

Nel gioco di esercizio il bambino soddisfa sia il piacere “funzionale” (ad esempio quando scopre che è capace di sollevarsi da solo) sia quello “causale” (ad esempio quando fa suonare un giocattolo).

Questi giochi nella loro estrema semplicità costituiranno la base su cui, nella seconda infanzia, il bambino sperimenterà il gioco simbolico. Nel gioco simbolico il bambino mette in atto schemi maggiormente complessi, sia motori che vocali. Questi non saranno necessariamente legati ad un oggetto “del quotidiano” ma anche ad oggetti nuovi o a situazioni immaginate (“facciamo finta che…”).

Il gioco di esercizio così come quello simbolico hanno dunque una duplice funzione: cognitiva ed emotiva. In particolar modo la funzione emotiva del gioco simbolico può permettere una “compensanzione” ovvero far realizzare, attraverso l’immaginazione di una data situazione, il desiderio del bambino o ancora può permettergli di sperimentare la conoscenza e l’utilizzo di alcune social skills.

All’interno del gioco simbolico il bambino può inoltre risperimentare situazioni o eventi di vita reale che sono state percepite come spiacevoli o al contrario come divertenti, riuscendo a sdrammatizzare o a rievocare il contenuto emotivo di quell’esperienza non solo in una situazione “protetta”, in quanto di gioco, ma anche con un ruolo diverso da quello avuto nella realtà (ad es. pensiamo al bimbo che gioca ad essere il dottore e cura il suo peluche).

Il gioco non è quindi considerato tale solo in presenza di precisi oggetti o “strutture” (regole specifiche , presenza di un adulto, finalità educativa, apprendimento etc.etc.), vi sono infatti attività che possono comprendere anche l’uso del disegno o della musica. L’utilizzo di queste attività diventa un catalizzatore dello spirito creativo del bambino, avendo funzioni non solo educative ma anche espressive

In particolare l’uso del disegno nei primissimi anni di vita è legato all’espressione del movimento e al piacere di lasciare tracce di sé. Successivamente, con lo sviluppo psicomotorio, il bambino acquisisce una specifica intenzionalità rappresentativa e passa dunque dal realizzare disegni semplici (ad esempio “scarabocchi”) a forme più chiare e complesse, espressione della propria creatività ma anche della lettura e della riproduzione di oggetti e persone della propria quotidianeità.

Un’altra attività di gioco può essere quella che prevede l’utilizzo della musica. L’età prescolare evidenzia sin da subito quanto i bambini siano interessati alla musica attraverso il canto o il muoversi “a ritmo”, non è un caso che questi anni siano ritenuti di massima ricettività verso la stessa.

L’esperienza del gioco dunque, permette, a seconda del grado di strutturazione di vivere un’esperienza non “rigida”, dunque non focalizzata esclusivamente su obiettivi prestabiliti, ma capace di conservare un ampio spazio di possibilità per sperimentare e sollecitare aspetti cognitivi, emotivi, di apprendimento e di creatività.

La creatività nel gioco

Possiamo definire la creatività, nello specifico del gioco, come la capacità di utilizzare in maniera originale oggetti di vario genere. Nel fare ciò il bambino sperimenta un certo grado di:

La creatività secondo Gardner, teorico delle intelligenze multiple, non è una caratteristica che appartiene al singolo ma è la risultante di variabili, quali: le potenzialità e le abilità dell’individuo, il bagaglio culturale ed esperenziale e l’ambiente, inteso come “contenitore” capace di fornire stimoli fin dalla primissima infanzia (ad es. l’educatore, il compagno di giochi, l’adulto etc.etc.).

La creatività in generale, e dunque anche quella presente nel gioco, è intimamente connessa non solo allo sviluppo psicofisco del bambino ma anche al suo benessere psicologico, questo perché   permette loro di essere protagonisti attivi delle attività che andranno a creare o ad immaginare, sia nel pensiero che nell’azione.

Giocare dunque resta un momento prezioso per lo sviluppo del bambino dove creatività, fantasia e inventiva si intrecciano con il suo graduale sviluppo psicofisico.

Bibliografia

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Il Puzzle: un gioco classico e intramontabile. E’ uno dei rompicapo preferiti dai bambini. Vediamo insieme alcune caratteristiche di questo gioco e i suoi benefici

C’è sicuramente una cosa che accomuna i bambini: a tutti loro piace giocare, è senz’altro la loro attività preferita. Se pensiamo ai vari giochi da tavolo che possono piacere ai bambini, tra i primi che ci verranno in mente ci sarà sicuramente il puzzle. E’ un gioco antico, tradizionale, adatto a qualsiasi età, che riesce a catturare l’attenzione dei bambini pur non avendo niente di tecnologico. E’ sempre bene ricordare l’importanza del gioco proprio per questo motivo: ai bambini piace, e giocando imparano nuove abilità e acquisiscono nuove conoscenze. Il puzzle, uno dei loro giochi preferiti, è nato nel 1760 frutto dell’inventiva di Jhon Spilsbury; tale gioco come tutti sappiamo consiste nell’incastrare tra loro delle tessere facendole combaciare per poi riprodurre una precisa immagine. Oggi esistono svariati tipi di puzzle, a partire da quelli classici, per arrivare a quelli in 3D. I benefici dei puzzle sono tantissimi.

L’importanza del gioco nella crescita del bambino

I bambini occupano gran parte del loro tempo giocando. Giocare è il modo migliore per imparare e crescere; attraverso il gioco i bambini esprimono se stessi, esprimono la loro creatività, sviluppano la fantasia e l’immaginazione. Sono momenti molto importanti della crescita che non vanno mai ostacolati. Potrebbe accadere che talvolta vedendo i bambini giocare si tenda a pensare che stiano “perdendo tempo”, e magari si propongono altre attività ai bambini, o si tenda a guidarli nel gioco. E’ importante invece ricordarsi sempre che qualsiasi attività ludica intraprendano i bambini è un momento di crescita per loro e stanno sempre imparando qualcosa. La sperimentazione libera nel gioco permette loro di crescere e aumentare la loro sicurezza e l’autostima, quindi è anche giusto che siano loro a scegliere i giochi con cui giocare tra quelli che possiedono in quel momento. In sintesi, il gioco non è solo un passatempo fine a se stesso, perché contribuisce al benessere psico – fisico del bambino, oltre che alla crescita cognitiva, relazionale, affettiva e sociale. Uno dei giochi intramontabili che piacciono tanto ai bambini è il puzzle. Questo gioco dona tantissimi benefici sotto tanti punti di vista. Vediamone insieme alcuni.

I benefici del giocare con i puzzle

I bambini possono iniziare ad appassionarsi ai puzzle già da piccoli. Ormai infatti esistono tanti tipi diversi di puzzle adatti a tutte le età, compresi quelli con i più piccoli formati da pochi e grandi pezzi, quelli a cubotti, per arrivare pian piano ai classici, fino a quelli in 3D. Cimentarsi nei puzzle già dall’infanzia porta numerosi benefici nei bambini, in primis sviluppano e migliorano la coordinazione oculo – manuale, ossia la coordinazione che collega la vista (vedo un pezzo di puzzle) alla mano ( prendo quel pezzo di puzzle e lo incastro nel punto giusto). Allena anche la concentrazione e la capacità di problem solving, poiché i bambini devono completare il rompicapo. Sviluppando l’abilità del problem solving, si allenano anche le capacità logiche: per risolvere un puzzle occorre ragionare, pianificare, provare varie strategie e utilizzare quindi anche la logica.

Un altro beneficio molto importante è l’allenamento della concentrazione, perché per poter completare il puzzle bisogna stare concentrati per osservare e provare i vari tasselli dell’incastro.

Una funzione molto importante del giocare con i puzzle è sicuramente quella di imparare ad avere pazienza e aumentare sempre di più i livelli di tolleranza alla frustrazione; chiunque trova difficoltà nel completare l’immagine di un puzzle, e spesso è facile perdere la pazienza. Provare e riprovare e spesso non riuscire aiuterà i bambini a familiarizzare con la frustrazione senza però arrendersi. Questo sarà loro d’aiuto per la vita futura, quando sperimenteranno la frustrazione in altre situazioni. Riuscendo a tollerare la frustrazione e riuscire a risolvere il puzzle aiuta a migliorare anche l’autostima. E’ un’attività adatta non solo a tutte le età ma anche al gioco sia in solitaria che in piccoli gruppi, sviluppando cosi le capacità di socializzazione e cooperazione. Un altro beneficio molto interessante derivante da questo gioco è stato dimostrato pochi anni fa da uno studio svolto dall’Università di Chicago. Tale studio ha sottolineato come i bambini di età compresa tra i 2 e i 4 anni possano sviluppare attraverso i puzzle delle abilità legate alla matematica e ad altre discipline scientifiche, come la scienza, la tecnologia e l’ingegneria.

Inoltre si può decidere di fare il puzzle insieme ai proprio bambini: questo sarà molto utile per rafforzare e migliorare il legame con loro.

Si può quindi affermare che i numeri di scatole di puzzle in casa non saranno mai troppi visti i benefici che scaturiscono da questo classico e intramontabile rompicapo.

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In che modo parlare del rispetto dell’ambiente ai bambini? Ci sono tanti modi e tante attività a tema da proporre

Il rispetto dell’ambiente è un argomento del quale ormai si parla tanto, poiché di fondamentale importanza per la terra. Purtroppo ultimamente l’ambiente è sempre più inquinato per una serie di fattori, quasi tutti legati all’uomo. E’ molto importante quindi parlare di educazione al rispetto dell’ambiente, e se vogliamo nel futuro una terra più pulita e sana, è indubbio partire dai bambini: saranno loro infatti gli adulti del domani, e se sapranno rispettare l’ambiente già da piccoli continueranno così anche in età adulta. In riferimento a questo tema importante, ogni anno il 22 aprile ricorre l’earth day, ovvero la giornata mondiale della terra: la più grande manifestazione ambientale del pianeta, l’unico momento in cui tutti i cittadini del mondo si uniscono per celebrare la Terra e promuoverne la salvaguardia.

In che modo parlare del rispetto dell’ambiente ai bambini? Ci sono tanti modi e tante attività a tema da proporre ai bambini.

L’IMPORTANZA DEL RISPETTO PER L’AMBIENTE

“C’è un libro sempre aperto per tutti gli occhi: la natura” diceva Jean-Jacques Rousseau.

L’inquinamento dell’ambiente intero costituisce una minaccia per la salute della terra intera, e degli esseri umani. Milioni di persone al giorno d’oggi vivono in un ambiente molto inquinato. Per proteggere la salute delle comunità, è essenziale ridurre questo inquinamento. Mantenere l’intero ambiente pulito dovrebbe essere l’obiettivo di ogni comunità: se le persone non si prendono cura dell’ambiente, questo diventerà inquinato dalle tossine. Oltre al danno ambientale, l’inquinamento può causare malattie a causa della continua inalazione di una grande quantità di sostanze nocive per il nostro organismo.

Il 22 aprile di ogni anno ricorre l’earth day, ovvero la giornata mondiale della terra. E’ stata istituita il 22 aprile 1970 per sottolineare la necessità della conservazione delle risorse naturali della terra, e col tempo è divenuta un avvenimento educativo ed informativo. I gruppi ecologisti la utilizzano come occasione per valutare le problematiche del pianeta: l’inquinamento di aria, acqua e suolo, la distruzione degli ecosistemi, le migliaia di piante e specie animali che scompaiono, e l’esaurimento delle risorse non rinnovabili. Si insiste in soluzioni che permettano di eliminare gli effetti negativi delle attività dell’uomo; queste soluzioni includono il riciclo dei materiali, la conservazione delle risorse naturali come il petrolio e i gas fossili, il divieto di utilizzare prodotti chimici dannosi, la cessazione della distruzione di habitat fondamentali come i boschi umidi e la protezione delle specie minacciate

COME PARLARE DEL RISPETTO PER L’AMBIENTE AI BAMBINI

E’ molto importante parlare del rispetto per l’ambiente ai bambini; ricordiamoci che i bambini saranno gli adulti del futuro, e se già da piccoli impareranno a rispettare e a prendersi cura del mondo, lo faranno con tutta probabilità nel futuro, insegnandolo a loro volta alle generazioni che verranno a seguire. Uno dei primi passi da compiere per parlare del rispetto dell’ambiente ai bambini, è metterli in connessione con la natura cercando di far nascere nei bambini l’amore per essa. Questo si può fare solo stando a contatto con la natura, quindi fare delle passeggiate in boschi, parchi naturali, foreste, spiagge. Quando si fanno queste passeggiate si può portare una busta e un paio di guanti e raccogliere la plastica che si trova in terra, spiegando ai bambini che è molto pericoloso per la natura , per gli animali e per tutti gli esseri umani buttare la spazzatura nell’ambiente. E’ importante in questo senso insegnare ai bambini la raccolta differenziata anche in casa. Quando si parla di rispetto per l’ambiente, si parla anche delle famose 3 ERRE: riduci, ricicla, riutilizza. Si possono far fare ai bambini delle attività inerenti: ridurre l’uso della plastica e bere da una borraccia, chiudere il rubinetto quando ci si lava i denti, riciclare le cose e quindi impegnarsi nella differenziata, fare lavori sensoriali e di riciclo creativo, riutilizzare le cose, ad esempio incartando i regali con i fogli di giornale. Ci sono vari cartoni che parlano di questo tema, ad esempio “Wall-E”, di Disney-Pixar. Un altro modo per coinvolgere i bambini nel rispetto dell’ambiente è quello di utilizzare anche giochi

eco – sostenibili e riciclabili. Un altro aspetto importante è quello di muoversi il più possibile a piedi o in bici, riducendo l’uso della macchina. In tutti questi aspetti ciò che è fondamentale è l’esempio dell’adulto: i bambini tendono ad emulare ciò che fanno gli adulti e le loro figure di riferimento, quindi se vedranno gli adulti prendersi cura dell’ambiente, fare la raccolta differenziata, non buttare rifiuti per strada, fare passeggiate ecologiche raccogliendo plastica, saranno ancora più invogliati a farlo.

Ognuno di noi può fare tanto per preservare la nostra madre terra, e se questo parte dai bambini, in futuro si potranno scongiurare ulteriori problematiche ambientali.

Sitografia: www.amianet.it www.earthdayitalia.org

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Incontri ravvicinati

Immaginate la scena: È l’imbrunire. La luce calda del tramonto colora la terra battuta di rosso e arancione. Tutto tace, tranne il vento sulle foglie e in lontananza il frinire degli insetti. Una figura umana, stagliata sullo sfondo, si guarda intorno silenziosamente, attenta a ogni suono. Ad un tratto, un tramestio, leggero, arriva alle sue orecchie. Un cespuglio, poco lontano, si scuote leggermente, poi si ferma. Ma ormai non ci sono dubbi. L’umano si volta per fronteggiare la creatura che di lì a poco uscirà allo scoperto. Infatti, pochi secondi dopo, le fronde si dividono, ed una creatura emerge dalla vegetazione. Per un attimo i due protagonisti, uomo e animale, si fissano, immobili. Poi la creatura fa un passo avanti, inclinando la testa da un lato, emettendo il suo suono caratteristico. L’umano, senza esitazione, si sporge in avanti e con un movimento fulmineo… la solleva da terra, accarezzandogli la piccola testa coperta di piume bianche, e sorride. “Ecco dove eri finita, Rosita. Gallinella impertinente. Dai, torniamo al pollaio.”

Forse non è esattamente così che immaginate l’incontro tra un umano ed un dinosauro, ma in un  certo senso è così che avviene, ogni giorno, in tutto il mondo, senza alcun clamore. Polli. Tacchini. Piccioni. Canarini. Rondini. Aquile. Pinguini. Per quanto l’idea che gli uccelli siano “parenti” dei dinosauri sia abbastanza nota e ben raccontata attraverso resti fossili come quelli di Archeopterix, una mole sempre più vasta di evidenze scientifiche, sia paleontologiche che genetiche, confermano che la distinzione tra uccelli e dinosauri sia molto più sfumata di quanto si pensava in passato. Gli uccelli moderni non sono semplicemente “parenti” dei dinosauri: sono, a tutti gli effetti, i veri discendenti dei dinosauri. In particolare, gli uccelli possono essere classificati come un sottogruppo specializzato di dinosauri teropodi, scampato all’estinzione dei loro simili e sopravvissuto fino ai giorni nostri. La classificazione delle specie, infatti, inserisce gli Aves (gli uccelli moderni) all’interno dei Dinosauria, a sua volta parte dei Reptilia (quindi, tecnicamente, nonostante quello che ci insegnano a scuola, gli uccelli sono rettili). Del resto, mentre nella vita quotidiana abbiamo più familiarità con uccelli abbastanza piccoli, non possiamo dimenticare che fino a tempi piuttosto recenti (meno di 2 milioni di anni fa) esistevano uccelli giganteschi, i cosiddetti “terror birds” sudamericani, che potevano raggiungere fino a 3 metri di altezza (ossia quanto il soffitto di un appartamento), a dimostrare quanto sia difficile tracciare una netta linea di demarcazione tra dinosauri e uccelli.

Una scienza sempre in cambiamento

Ancora oggi, dopo quasi due secoli di studi scientifici riguardo queste affascinanti creature, esistono ancora aspetti particolarmente interessanti e dibattuti: ad esempio se i dinosauri, o alcuni di essi, fossero effettivamente piumati come gli uccelli moderni, e in che proporzione rispetto alla superficie corporea totale. Mentre abbiamo una cognizione abbastanza certa che alcuni dinosauri giganteschi come diplodochi e triceratopi avessero una epidermide simile a quella dei moderni pachidermi, e che al contrario quelli più piccoli, come i velociraptor, fossero diffusamente piumati, per quanto riguarda altri il discorso è molto più complesso, e nuovi ritrovamenti paleontologici spostano continuamente il consenso della comunità scientifica. Altre questioni sulle quali stiamo imparando sempre di più riguardano il comportamento dei dinosauri per quanto riguarda le cure parentali o le dinamiche sociali. Le interpretazioni sul comportamento di specie estinte sono sempre difficili, ma si basano sulle nostre conoscenze di specie simili o che occupano nicchie ecologiche analoghe, sul loro ambiente e sul loro habitat, ma anche su ricostruzioni della loro biomeccanica grazie all’uso di simulazioni al computer.

Vediamo insieme le attività ed i consigli per applicare il metodo Montessori ai bambini in tenera età.

Al giorno d’oggi ormai Maria Montessori è un nome conosciuto da tutti. Col tempo il suo metodo sta iniziando a diffondersi in tutto il mondo, e almeno qualche aspetto del suo metodo viene utilizzato sia da genitori, educatori, maestri. Il metodo Montessori pone le sue basi sul principio di promuovere l’indipendenza del bambino, partendo dal presupposto che “il bambino deve imparare a fare da solo”. Il metodo Montessori, attraverso il quale si possono fare una miriade di attività, si può applicare già dall’ “età baby”, ovvero quella fascia di età compresa da 0 ai 2/3 anni.

In questo articolo vi fornirò vari consigli su come mettere in atto il metodo Montessori in quell’età attraverso tanti modi e attività, e molti di voi si renderanno conto che magari compiono già alcune di queste azioni e attività senza magari sapere che rientrano proprio all’interno di questo metodo ormai conosciuto in tutto il mondo.

Tutti noi nella vita abbiamo sperimentato almeno una cosa: osservando bambini in quella fascia di età notiamo che sono attratti da tutto ciò che suona, che fa luci, e che loro possono toccare. Pensiamo ad esempio a quanto siano attratti da un mazzo di chiavi o da un telecomando.

Questo accade perché sopratutto in quel periodo i bambini scoprono il mondo, e lo fanno prediligendo i sensi, infatti uno dei consigli utili per quell’età è fare tante attività sensoriali. Si possono creare sacchetti sensoriali inserendo al loro interno ciò che si preferisce, riempendoli di gel, brillantini, in modo che oltre al tatto siano facilmente visibili e attirino la loro attenzione, facendo anche suoni che li incuriosiscano. Lo stesso discorso vale per le bottigliette sensoriali note anche come “bottigliette della calma”: riempendo una bottiglietta con dell’acqua, colorante alimentare, colla glitter, brillantini, si può creare l’effetto rilassante dei brillantini che si muovono e scendono piano sul fondo.

I bambini amano sperimentare, provare a iniziare a colorare, a scarabocchiare, toccare qualsiasi cosa; è importante lasciarli fare, lasciarli provare, senza interrompere i loro momenti di concentrazione quando ad esempio colorano, giocano, osservano e toccano qualche gioco o qualche oggetto (con la supervisione di un adulto, che però non si inserisca se non strettamente necessario). I bambini cambieranno da soli l’attività quando non avranno più voglia o saranno incuriositi da qualche altro oggetto o gioco.

E’ facile notare come i bambini siano anche attratti da luci varie, cellulari, tablet e pc. Si sa che oramai educatori, pedagogisti, psicologi e pediatri sconsiglino di far usare questi strumenti ai bambini. A questo si può ovviare con tanti vari giochi per bambini che riproducono cellulari, tablet, chiavi automatiche con pulsanti: fanno tante luci, musichette per bambini, versi di animali e canzoncine.

Ci sono altre attività sensoriali che si possono proporre: i travasi di farina, sabbia, o altri oggetti. I bambini in età baby amano svuotare ciotole e scatole per riempire con lo stesso materiale un’altra ciotola o scatola.

Bisogna sempre dare ai bambini la possibilità di provare nuove cose, facendo sperimentare ai bambini le loro capacità in qualcosa, in questo modo avranno sempre più fiducia in sé stessi. Pensiamo a tutte le volte che provano ad arrampicarsi sul divano, su una sedia, o a fare le scale gattonando: spesso l’ansia e la paura dell’adulto che il bambino possa farsi male fa si che il bambino venga direttamente allontanato da quell’attività. In questi casi il consiglio è di stargli accanto o dietro in modo da poterlo prendere qualora dovesse perdere l’equilibrio, ma lasciarlo fare, infondendogli fiducia; un consiglio importante è quello di provare a non dire al bambino le tipiche frasi “attento, ti fai male!”, perché questo potrebbe creare in lui delle paure e far si che non sia più tranquillo nell’attività che sta sperimentando. Se l’adulto è accanto al bambino è difficile che questo possa farsi male.

Porre attenzione alla quantità dei giochi che il bambino ha di volta in volta a sua disposizione. Scegliete dei giochi di qualità: che siano educativi, che insegnino qualcosa, che facciano divertire il bambino. Non troppo pochi, ma neanche un quantità esagerata.

Al tempo stesso, è utile ricordare che il bambino impara molto di più se vive in un ambiente stimolante e ricco di altri oggetti che possano attirare attirare la sua attenzione. Tutti ovviamente selezionati: un po’ di giochi, libri, pastelli, fogli, materiali sensoriali come sacchetti, bottigliette, attività per travasi. Montessori in questo senso parla dell’importanza della scelta libera del bambino sull’attività da fare scegliendo tra i svariati oggetti e materiali che ha a disposizione, ma libera scelta non coincide in nessun modo con libertà di fare quello che vuole e assenza di regole.

In conclusione, Montessori diceva “la mente dei tre anni dura cent’anni”, proprio a voler dire che in quella fascia d’età il bambino apprende tanto e in continuazione.

Tanti elastici, tanta scienza!

Sono tanti, sono lunghi, sono corti, sono colorati. Li prendiamo, li usiamo, ci giochiamo, a volte li rompiamo, ma raramente ci fermiamo a pensare a quanta scienza, quanta ricerca, quanta tecnologia sta dietro ad un oggetto così apparentemente banale come un elastico. E invece gli elastici hanno cambiato il mondo.

L’elastico, così come lo conosciamo, è in generale un sottile anello di gomma che usiamo per legare insieme oggetti dalle forme più disparate. La sua caratteristica principale è quella di potersi allungare in maniera, appunto, elastica, ossia deformandosi sotto l’azione di una forza esterna e di ritornare, una volta che la questa sollecitazione è terminata, alla forma originale. Nel caso dell’elastico, questa “forza di ritorno” esercitata dal materiale è ciò che serve per stringere e tenere insieme gli oggetti sui quali è utilizzato.

Se ci avete fatto caso, avrete sicuramente notato che non tutti gli elastici sono uguali. Non solo esistono banalmente elastici di lunghezza diversa, ma anche di larghezza diversa, di materiale diverso, e anche di sezione diversa: se li tagliamo con una forbice, possiamo notare che alcuni elastici hanno una sezione tondeggiante, altri quadrata, altri ancora una sezione rettangolare, piatta. Queste differenze di forma e di materiale rendono elastici diversi adatti per compiti diversi.

Ma è il materiale di cui sono fatti che rende gli elastici così speciali. La materia prima utilizzata per realizzare gli elastici è la gomma. La gomma (o sarebbe meglio dire “le gomme”, dal momento che ne esistono un’infinità di tipi) è chimicamente costituita da polimeri (ossia molecole formate da un grande numero di atomi organizzati in “blocchi” simili tra loro ripetuti in una lunga catena, come i vagoni di un treno). A differenze dei polimeri che compongono altri tipi di plastica, quelli della gomma hanno un certo grado di reticolazione, cioè non hanno una struttura a catena lineare, ma risultano più o meno intrecciate tra loro come in una rete; questo li vincola a muoversi attorno a dei “punti fissi” nella rete, obbligandoli a riprendere la configurazione originale. In particolare, questo avviene grazie alla vulcanizzazione, un procedimento industriale che consiste nel trattare la gomma con lo zolfo attraverso il riscaldamento, creando così più “nodi” nella rete e migliorando il comportamento elastico del materiale. La vulcanizzazione è stata inventata dall’americano Charles Goodyear intorno al 1830. Ma mancano ancora alcuni anni alla creazione dell’elastico come lo conosciamo.

Se li osserviamo bene, infatti, noteremmo un fatto semplice eppure straordinario: l’elastico non ha un inizio né una fine. Non ci sono punti contatto, interruzioni, giunzioni. L’elastico sembra creato già chiuso. Questo dipendere dal metodo di fabbricazione, brevettato il 17 marzo 1845 dall’inglese Stephen Perry, che permette di “ritagliare” i singoli elastici da un lungo tubo di gomma, estruso da una macchina modellatrice. Da allora la tecnologia è migliorata, ma il principio rimane sostanzialmente lo stesso.

Tanti elastici, tanti usi!

Ma adesso che abbiamo i nostri elastici, che cosa ce ne facciamo? Gli usi sono praticamente infiniti. Possiamo usarli in casa, per tenere insieme vari oggetti; in ufficio o a scuola, come materiale di cartoleria; ma hanno anche applicazioni industriali, dall’utilizzo per lo stoccaggio e il trasporto di materiali di magazzino, all’utilizzo nelle macchine industriali come cinghie elastiche per il funzionamento di un’immensa varietà di meccanismi. Ma esistono anche applicazioni più specifiche, come gli elastici ortodontici utilizzati negli apparecchi per la correzione dentaria,  oppure fasce elastiche ad uso medico e chirurgico, o ancora per allenamento e rinforzo muscolare.

Oppure, al contrario, ci sono usi molto più divertenti! Gli elastici infatti possono essere usati in tantissimi giochi: un esempio è la classica fionda per scagliare lontano piccoli pesi (ma usatela con cautela! può rompere qualcosa o fare male a qualcuno!), oppure pistole giocattolo che con un meccanismo a rilascio (costituito ad esempio da una molletta) possono lanciare gli elastici con grande precisione. Un elastico resistente può essere usata come forza motrice per muovere macchinine, barchette, o addirittura piccoli velivoli, come aeroplanini ed elicotteri: l’elastico viene ritorto numerose volte, usando ad esempio una piccola leva, ma una volta lasciato andare, grazie alla sua elasticità fornisce l’energia per la rotazione dell’asse a cui sono attaccate le ruote delle automobiline, le eliche delle barchette, o i rotori degli aeroplanini. Un altro gioco, più atletico e molto divertente, è “il gioco dell’elastico” in cui un grande elastico resistente viene teso tra le caviglie di due bambini agli estremi, mentre un terzo si muove in mezzo, saltando dentro e fuori dall’elastico, in una sequenza di movimenti precisa.

Infine, una “palla di elastici” è una sfera di gomma costituita da tantissimi elastici, avvolti gli uni sugli altri con un diametro crescente. Queste sfere possono raggiungere dimensioni considerevoli: l’attuale record del mondo è detenuto dalla palla di elastici creata da Joel Waul di Lauderhill, in Florida. La palla ha un diametro equatoriale di 2 metri e 30 centimetri, pesa più di 4 tonnellate, ed è composta da più di 700 mila elastici. Wow!

Tutti ormai al giorno d’oggi abbiamo sentito parlare dell’ormai celebre “metodo Montessori”, conosciuto in tutto il mondo. Maria Montessori fu un’educatrice, pedagogista, filosofa, medico, neuropsichiatra infantile e la prima donna in Italia a laurearsi in medicina. Nel 1900 fu una vera e propria rivoluzionaria perché stravolse totalmente il metodo educativo di quell’epoca. Alla sua epoca infatti vigeva un metodo molto rigido e severo, che venne da lei trasformato in un metodo di apprendimento basato sul gioco e sull’autonomia. Il metodo Montessori si fonda sul principio di promuovere l’indipendenza del bambino, partendo dal presupposto che “il bambino deve imparare a fare da solo”. Siamo sempre abituati a sentir parlare di questo metodo in riferimento all’apprendimento scolastico, ma il metodo Montessori va al di la della scuola e può essere utilizzato anche in casa, ed è proprio questo che vedremo in quest’articolo. Ci sono sempre più mamme e genitori che ad oggi si avvicinano al metodo Montessori e lo utilizzano dentro casa per crescere i propri bambini. Ho parlato con molti genitori ed è emerso che chi utilizza il metodo Montessori a casa lo fa sopratutto basandosi sul decalogo del genitore montessoriano. Questo decalogo permette di utilizzare il metodo Montessori a casa ed è basato su dei principi da tenere bene a mente che adesso vi illustrerò grazie ai racconti delle mamme che lo utilizzano.

– Trattate il vostro bambino con rispetto. Abbiate sempre un atteggiamento di rispetto verso il bambino, cercando di essere sempre cortesi, mantenendo la calma e abbassandovi al suo livello quando gli parlate in modo che possiate guardarvi negli occhi. In questo modo il bambino imparerà a porsi con rispetto verso le altre persone.

– Usate la disciplina positiva. La Montessori ci insegna che ogni bambino deve essere aiutato e spronato a trovare la sua strada. Come si può aiutare in questo? Lodando e sottolineando le sue azioni e atteggiamenti positivi e correggendo quelli negativi. La cosa importante è spostare sempre l’attenzione verso i suoi atteggiamenti positivi. Questo vuol dire anche evitare le punizioni e le affermazioni negative come ad esempio “sei stato proprio cattivo”, ma semplicemente spiegare che determinate azioni sono sbagliate. Questo aiuterà il bambino ad avere una sana autostima.

– Dategli l’opportunità di provare nuove cose. Questo è uno dei punti cardine del metodo Montessori. Spesso ci si limita nelle attività da far fare ai propri figli per timore che siano troppo piccoli per certi giochi e che non possano riuscirci. In realtà è meglio lasciar liberi i bambini di provare, ovviamente facendo attenzione. I bambini devono sperimentare da soli le loro capacità e in questo modo avranno fiducia in sé stessi vedendo che voi genitori sarete i primi ad avere fiducia nelle loro capacità. Potreste rimanere stupiti per alcune cose che riuscirà a fare, e dovrete consolarlo quando non riuscirà a fare qualcosa. In questo modo il bambino riuscirà ad autoregolarsi distinguendo da solo ciò che può essere in grado di fare e cosa ancora no. Iniziate dando piccoli compiti da svolgere in casa come apparecchiare la tavola.

– Non interrompete i suoi momenti di concentrazione. Quando è impegnato a disegnare, a giocare, o a fare qualcos’altro non interrompetelo e cercate di fategli finire ciò che sta facendo. Questo lo aiuterà a sviluppare ottime capacità di concentrazione e attenzione.

– Proponetegli delle scelte. E’ molto importante lasciar scegliere il bambino nelle scelte che lo riguardano ad esempio su che frutta mangiare, quale maglione mettersi, ecc. In questo modo si abituerà pian piano a prendere delle scelte.

– Limitate la quantità dei giochi a sua disposizione. Scegliete dei giochi di qualità: che siano educativi, che insegnino qualcosa, che facciano divertire il bambino. E’ molto importante saper scegliere i giochi che darete ai vostri bambini. Insegnategli poi a decidere da soli quali giochi usare e a rimetterli a posto prima di prenderne altri.

– Ditegli sempre la verità. Non bisogna mai mentire ai bambini, il processo di costruzione di fiducia si costruisce pian piano e dire la verità sta alla sua base. Naturalmente ogni cosa dovrà essere spiegata “a misura di bambino”. Se ad esempio dovete andare a lavoro avvisate i bambini, non “scappate”. Il bambino imparerà cosi a gestire l’ansia da abbandono e a capire l’importanza della fiducia.

Bibliografia:

– il decalogo è tratto da “Come liberare il potenziale del vostro bambino. Manuale pratico di attività ispirate al metodo Montessori da 0 a 3 anni”, di Daniela Valente.

– www.montessori4you.it

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Consigli e suggerimenti per gestire al meglio il ritorno tra i banchi di scuola

QUALI STRATEGIE ADOTTARE?

Settembre è un mese difficile per tutti: grandi e piccini. Dopo la pausa estiva e le vacanze, torniamo tutti alla normale routine di sempre. Se per gli adulti è difficile tornare a lavoro dopo le vacanze, anche per i bambini è difficile tornare a scuola dopo tre mesi liberi.

Se da un lato i bambini sono molto felici di tornare a scuola, rivedere maestre e compagni, al tempo stesso risentono tantissimo del cambiamento, in particolare nelle prime settimane di scuola.

Basti pensare che nei tre mesi estivi non avevano più la sveglia presto, non dovevano passare la mattinata tra i banchi e i pomeriggi a fare i compiti, e riprendere questa routine dopo così tanta spensieratezza può risultare complicato.

Si possono attivare alcune strategie per affrontare al meglio il ritorno a scuola: i bambini si abituano abbastanza facilmente alle routine, motivo per il quale è consigliabile iniziare a mettere la sveglia presto almeno una settimana prima dell’inizio della scuola. Sarebbe bene avere anche un orario preciso per la nanna per far sì che nonostante la sveglia suoni presto i bambini siano riposati. Il sonno è molto importante, un bambino ben riposato sarà sicuramente più attivato e invogliato a fare cose, quando invece sono stanchi non riescono a concentrarsi e sono soggetti ad irritabilità. In questo modo i bambini si abitueranno di nuovo in maniera graduale a svegliarsi presto. Proponiamo ai bambini delle brevi letture giornaliere, giochi da tavolo, disegni, in modo tale che venga di nuovo stimolata la loro capacità di concentrazione e di stare seduti e impegnati in una precisa attività.

La mattina si è sempre di fretta, e un buon modo per guadagnare tempo è quello di scegliere cosa indossare già dalla sera prima e metterlo da parte. Un’altra sana abitudine è quella di preparare la borsa di scuola con tutto il materiale che occorre la sera prima: in questo modo la mattina non si faranno ritardi e si eviterà anche di dimenticare del materiale a casa a causa della fretta. E’ molto importante che soprattutto l’attività della preparazione della borsa la facciano in autonomia: il primo periodo aiutateli, affiancateli e fate vedere loro come si fa, per poi lasciarli fare gradualmente in autonomia. Andate insieme a loro a comprare il nuovo materiale: penne, pastelli, astucci, diario, quaderni e tutto ciò che serve. Ai bambini piace tanto, e questo li aiuterà a proiettarsi sempre di più verso l’inizio della scuola.

I bambini sono tranquilli se le persone intorno a loro sono tranquille: quindi è molto importante che come genitori infondiate tranquillità e ottimismo ai vostri bambini per il rientro a scuola. Rimarcate la gioia che avranno nel vedere il/la compagno/a preferito, la maestra che gli sta più simpatica, le sue attività preferite che riprenderà a fare a scuola. Potreste anche prendervi un po’ di tempo per giocare con i bambini in maniera simbolica “alla scuola”, usando pupazzi e bambole che saranno i compagni, qualcuno che farà la maestra e ideare attività. Questo gioco può essere molto utile anche per i bambini che affronteranno il primo anno di scuola.

Il dialogo è fondamentale

Chiedete ai bambini come stanno, quali pensieri abbiano sulla ripresa e/o inizio della scuola, fatevi raccontare le loro paure e rassicurateli. E’ molto importante rassicurarli invitandoli però ad affrontare le loro paure, magari con dei consigli concreti. Questa è la via per far crescere la loro autostima, sicurezza e autonomia. I bambini potranno avere varie ansie le prime settimane dovute anche all’ansia da separazione: dopo aver passato così tanto tempo nei mesi estivi con i genitori o con altre figure di riferimento il distacco può essere difficile. In questo caso non sempre riusciranno ad esprimere verbalmente e quindi a parole le loro ansie, pensieri e preoccupazioni: è importante allora stare attenti ad altri segnali psico somatici come mal di testa, mal di pancia, insonnia, che spesso sono indicatori dello stato d’ansia e di malessere del bambino. Non sottovalutate questi segnali e cercate il più possibile di rassicurare il bambino facendogli fare attività che possano aiutarlo ad esprimere le proprie emozioni: può essere un esempio allestire un piccolo teatro e usare pupazzi, bambole, marionette che possano impersonificare il bambino. In questo modo il bambino potrebbe riuscire ad esprimere le proprie emozioni proiettandole sulla marionetta che parlerà come se fosse lui.

Infine per tornare allenati a scuola potete utilizzare con loro dei giochi da tavolo educativi e interattivi, che li sappiano far divertire e al tempo stesso imparare/ripassare nozioni.

L’importante è affrontare tutto con il dialogo e l’ottimismo!

Buon inizio di un nuovo anno scolastico a tutti!

“La luce è una cosa che non può essere riprodotta, ma deve essere rappresentata da qualcos’altro: dal colore. Sono stato molto compiaciuto di me stesso quando mi sono reso conto di questo.” Paul Cezanne (1839 – 1906)

Che cosa sono i colori? Questa domanda, solo apparentemente semplice, ha in realtà una risposta sorprendentemente complessa. Escludendo casi specifici, tutti sappiamo istintivamente cosa sono i colori: sono quella cosa che ci fa dire che la foglia è verde e la mela è rossa. Tuttavia, cercare di darne una definizione completa non è per nulla semplice. Ad uno sguardo superficiale, infatti, è facile interpretare il colore come qualcosa che appartiene intrinsecamente all’oggetto: la foglia /è/ verde, la mela /è/ rossa. Ma se guardiamo quello che succede in maniera più approfondita, scopriamo infatti che quello che noi chiamiamo genericamente “colore” è in realtà il risultato di un’interazione complessa tra fenomeni che appartengono ad ambiti profondamente diversi, dalla fisica alla neurobiologia alle scienze culturali, e che non è possibile separare la definizione di cosa sia il colore dalla comprensione di cosa sia la luce.

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La ricerca della luce

La comprensione della “vera natura” della luce è stato uno dei chiodi fissi dell’umanità praticamente da sempre. Nel primo secolo Lucrezio, poeta romano, riprendendo le idee dei filosofi atomisti, descriveva la luce come “composta da minuscoli atomi che, quando vengono scagliati, si precipitano attraverso lo spazio nella direzione impartita dall’impulso.” Secondo questa idea la luce era quindi formata da particelle discrete e separate fra loro, e i vari colori potevano essere spiegati dalla presenza di atomi luminosi di forma o natura diversa.

Ma il lavoro più importante sullo studio della luce e della visione viene, intorno all’anno Mille, dallo scienziato arabo Ibn al-Haytham (noto in occidente anche come Alhazen): i suoi studi di ottica e di fisiologia hanno posto le fondamenta per i pensatori successivi, come Cartesio intorno al 1600 che, distaccandosi dalle meditazioni filosofiche e concentrandosi sugli aspetti meccanici, ha dato impulso alla scienza dell’ottica fisica come oggi la conosciamo. Da qui, lo studio della natura della luce prende la forma di una delle diatribe più appassionanti nella storia della fisica, quella della ferita, apparentemente insanabile, tra due teorie della luce.

La cosiddetta “teoria corpuscolare” della luce ha avuto in Isaac Newton il proprio campione, avendo fornito nei suoi studi sia l’impalcatura matematica che alcune convincenti prove sperimentali: questa ha avuto quindi grande preminenza nel 18° secolo. L’ipotesi opposta, la cosiddetta “teoria ondulatoria”, vede invece la luce come un’onda continua che si propaga in un mezzo sottile e intangibile, il cosiddetto “etere”, così come elaborata da Huygens e Eulero. La teoria ondulatoria, inizialmente meno favorita, ha invece acquisito massima importanza quando Faraday prima e Maxwell poi hanno eliminato la necessità dell’etere, postulando che la luce non fosse altro che un’onda di energia che si propaga tramite oscillazioni del campo elettromagnetico. Questa ipotesi aveva anche il vantaggio di spiegare in maniera semplice i diversi “colori” come diverse lunghezze d’onda di questa oscillazione.

La teoria contemporanea della luce, sviluppata tra gli altri da Plank, de Broglie, e Einstein, invece di prendere posizione tra queste due possibilità (corpuscolare/discreta e ondulatoria/continua) le ammette entrambe. Nella teoria quantistica, infatti, le “particelle di luce” sono descritte come “pacchetti d’onda”, chiamati fotoni che, pur avendo caratteristiche ondulatorie, non possono però essere divisi (non esiste cioè “mezzo fotone”). La difficoltà concettuale di questa idea è che mentre le teorie precedenti cercavano come detto di rivelare la “vera natura” della luce e dei colori, la teoria quantistica immagina la luce come un fenomeno che non è né una particella né un’onda, ma che può essere descritta di volta in volta con strumenti matematici derivati da queste rappresentazioni: il problema non è quindi nella “vera natura” della luce, ma nella capacità limitata della nostra mente di comprendere completamente un fenomeno così lontano dalla nostra esperienza macroscopica

E quindi?

Ma allora, che cosa sono in definitiva i colori, e come fa la luce a crearli e mostrarceli in tutta la loro straordinaria varietà? La risposta, come abbiamo accennato, dipende da una complessa interazione di fattori, e paradossalmente dalla persona a cui vorrete rivolgere la domanda. Per un fisico, per un chimico, per un neuroscienziato, per un pittore, il “colore” significa tante cose diverse; la descrizione fisica che possiamo dare è solo una di queste, ben sapendo che altre definizioni sono possibili. Quello che possiamo dire, in tutti i casi, è che il colore è una proprietà emergente dell’interazione della luce con il materiale di cui è composto un oggetto e con le caratteristiche dell’osservatore. Non possiamo quindi che concordare con Paul Cezanne: la luce e il colore sono così intrinsecamente legati che non possiamo pensare ad uno senza l’altro, e viceversa. E noi abbiamo tutti un debito di riconoscenza: sia con gli scienziati, che l’hanno studiata, che con i pittori, che l’hanno celebrata.

Tempo di vacanze: scopriamo assieme la classifica delle prime 5 strutture in Italia

Tempo di vacanze: è importante scegliere un posto nel quale tutti staranno bene, genitori e bambini, ecco quindi per voi alcuni consigli sulle migliori strutture per le vacanze in famiglia. Ecco le 5 strutture più consigliate.

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1) Family Spa Grand Hotel Cavallino Bianco – Ortisei

Situato in Trentino Alto Adige, è molto conosciuto per le svariate attività dedicate ai bambini. L’area giochi supera i 1.250 metri quadrati, di cui 175 mq sono spazi pensati appositamente per permettere ai genitori di giocare con i propri figli. Nelle aree comuni ci sono tantissimi giochi: dalla casetta di Heidi con cucinino e falegnameria al laboratorio per le arti creative, e poi ancora una grande casa delle bambole, la parete di arrampicata interattiva, la zona Play-Station, il ping-pong, il mini-biliardo e il ristorante per bambini.

I piccoli possono divertirsi anche all’esterno nel magnifico “giardino dei giochi protetto”, con scivoli, dondoli, parete d’arrampicata, vasca della sabbia, castello gonfiabile dei salti e pista per macchinine e tricicli. Infine arriviamo al reparto bebè curato nei minimi dettagli con zona delle coccole, camerette dei sogni d’oro, giochi sensoriali, il classico mare delle palline e tanto altro ancora.

L’assistenza per i piccoli viene garantita tutti i giorni dalla mattina alla sera da parte di assistenti professioniste. Altra novità la sala Teenager per ragazzi dagli 11 anni in su (per loro vengono proposte anche una serie di attività speciali, come la serata-pizza o la gita in paese per lo shopping serale).

2) Camping Village le Capanne

Si trova in Toscana, sulla Costa degli Etruschi: è un campeggio per famiglie e i bambini sono veri protagonisti.

Tutti i giorni gli animatori organizzano attività al miniclub per bambini da 4 a 12 anni: non solo giochi ma anche esperimenti scientifici, attività a tema, volo assistito con i droni, all’aperto o nella Kids Room. Per tutti i ragazzi dai 13 ai 17 anni ci sono invece tornei sportivi e serate a tema.Per i piccolini c’è la Baby Room (0-4) con pavimento morbido e giochi per stimolare la crescita mentre per i più grandicelli c’è la Game Room, e per tutti la Lego Room e la sala cinema.

La piscina, con diverse altezze, è adatta anche ai bambini piccolissimi grazie alla zona baby con il rivestimento morbido e sicuro, ed è immersa in un gigantesco prato verde con sdraio e tante zone in ombra.Presente naturalmente un parco giochi all’aperto, mentre tra le chicche della struttura ci sono la ricostruzione della casa di Pinocchio arricchita con le immagini dei personaggi della Favola e con utensili e mobili di Geppetto e l’Orto dei Miracoli, un giardino botanico in cui è possibile fare un tour guidato e imparare a piantare erbe, ortaggi e altre piante.

Per una vacanza perfettamente formato kids ci sono poi le Freddy Homes, speciali case mobili tematizzate.

3) Marmorata Village

Situato a Santa Teresa Gallura, in Sardegna. Presso il Mini Club (bambini da 4 a 12 anni non compiuti) e presso il Junior Club (bambini da 12 a 17 anni non compiuti) i bimbi potranno trascorrere le loro giornate tra giochi, corsi sportivi, gare e tornei, passeggiate mentre voi vi godrete la vostra vacanza in assoluta tranquillità. Si può praticare anche tanto sport: vela, tennis, calcio, wind-surf, canoa, pallavolo. Ogni sera ci saranno spettacoli di cabaret. Un trenino collega continuamente il villaggio con la spiaggia.

4) Cala Gonone Beach Village

Si trova ad Orosei, in Sardegna. L’animazione per i più piccoli è il punto di forza dell’Hotel, è un’oasi dedicata ai bambini, che vengono seguiti da personale specializzato, con la simpatica presenza della mascotte arrivata dal freddo, il pinguino “Pink Hero”, che aspetta i piccoli per intrattenerli con attività ludiche, artistiche e sportive e sensibilizzarli sui temi dell’ecologia, con attività suddivise per fasce d’età.
-“Hero Camp” (dai 3 ai 13 anni ulteriormente diviso per fasce di età) dalle 9,30 alle 18,30 permette ai bimbi di vivere una vacanza nella vacanza, con assistenza specializzata, area giochi attrezzata, laboratorio-teatro dei piccoli, ludoteca con giochi, videoteca e area relax.
-“Young Club” (dai 13 ai 18 anni) con ritrovo giornaliero per le attività sportive, balli, giochi e tornei, laboratorio di cabaret, giochi di ruolo e di società.¨ Ogni sera ci sono spettacoli per tutti gli ospiti, e un trenino collega costantemente il villaggio con la spiaggia. Nella struttura è presente anche una grande piscina.

5) CDSHotels Porto Giardino

Situato a Monopoli, in Puglia, fronte mare, con varie piscine. L’attenzione è tutta per i bambini con il villaggio Bambinopoli e tantissime attività e giochi a loro dedicate. Si può praticare sport e rilassarsi nella Spa. Oltre al campo polivalente tennis, volley e basket, sono disponibili 2 campi da tennis e 1 campo da calcetto e c’è la possibilità di dedicarsi a bocce, tiro con l’arco, minigolf e fitness all’aperto.

Scopriamo l’importanza dell’amicizia e come gestire i rapporti tra bambini

L’intera vita dell’uomo trova il suo fondamento nelle relazioni sociali, proprio per questo si dice che l’uomo sia un “animale sociale”.

Il bambino fin dalla nascita instaura relazioni con gli altri, a partire dai genitori. Sulla base dell’attaccamento e della relazione con i genitori poi il bambino man mano che cresce tesserà nuove relazioni durante tutto l’arco della vita.

La primissima persona incontrata dal bambino sarà la madre, in seguito scoprirà l’esistenza del padre, che sarà il primo e vero proprio estraneo col quale si rapporterà.

Prima del compimento di un anno è molto difficile che i bambini facciano amicizia e giochino insieme, poiché fino a quell’età essi tendono a giocare da soli.

Con lo sviluppo del linguaggio i bambini iniziano a comunicare tra di loro, e questo agevola la costruzione dei primi scambi relazionali e delle prime amicizie. Questo avviene soprattutto all’asilo, dove i bambini passano tutte le mattine e spesso anche i pomeriggi insieme: condividendo tutto questo tempo insieme, giochi, esperienze, i bambini si legheranno stringendo le prime amicizie. È molto importante all’inizio guidarli e aiutarli in questo percorso, ma è altrettanto importante che man mano che i bambini crescano la presenza dell’adulto si faccia sempre più marginale rispetto alle sue amicizie, facendo sì che i bambini imparino l’autonomia e l’autogestione dei loro rapporti di amicizia. È proprio per questo motivo che si tende a parlare del primo amichetto come “una palestra di vita” per il bambino: esso imparerà infatti a gestirsi le relazioni, i primi piccoli conflitti, sperimentare i valori dell’amicizia della lealtà e del rispetto. Questo avviene partendo dalle piccole cose ossia il gioco: imparare ad esempio a rispettare il proprio turno, dare un pezzo della propria merenda, scambiarsi e prestarsi i giochi. Una delle caratteristiche più importanti che saranno utili nella vita del bambino grazie alle prime amicizie è quella di sperimentare le proprie emozioni, condividerle con gli altri e notare quelle degli amichetti. Il primo amichetto sarà infatti la prima persona diversa dal nucleo familiare con il quale il bambino si rapporterà: avrà modo di relazionarsi con qualcuno diverso da lui, e che può provare anche emozioni diverse da lui nello stesso momento. In questo modo il bambino inizierà a sperimentare una delle life skills più importanti per l’uomo: l’empatia, ossia la capacità di “mettersi nei panni dell’altro”. Sperimentando l’empatia il bambino potrà diventare consolatore nei momenti tristi dell’amico, generoso, oppure gioire con lui quando quest’ultimo sarà felice per qualcosa. Notare le emozioni dell’amichetto lo aiuterà anche a capire che nessuna di esse è sbagliata e che tutti proviamo le stesse emozioni: in questo modo non si sentirà solo nel provare determinate emozioni come la paura, la tristezza, la vergogna e le eventuali loro espressioni ad esempio attraverso il pianto.

Ovviamente come tutti gli adulti anche i bambini si rendono conto di essere più affini con determinate persone rispetto ad altre, e infatti avranno il loro amichetto preferito, il cosiddetto amichetto del cuore. Si sceglieranno a vicenda perché magari avranno gusti simili sui giochi preferiti, modalità di gioco, caratteri simili. Insieme a lui potrà fare tante cose che gli saranno utili per la vita da adulto e le future relazioni: si confiderà con lui, ci litigherà, si riconcilierà, ci potrà cooperare per fare qualcosa insieme, condividere giochi e momenti speciali. Grazie alla presenza di un amichetto nella sua vita, anche l’autostima del bambino andrà a formarsi in modo sano e funzionale poiché esso si sentirà accettato per come è, con tutti i suoi pregi e difetti. Essere accettati è molto importante per tutti, in particolar modo per i bambini: è una tappa fondamentale per sviluppare un’identità sicura di sé.

Ci sono alcuni errori da evitare nel momento in cui il bambino inizia a stringere le prime amicizie: prima di tutto bisogna sempre evitare di etichettare gli amici del bambino davanti a lui usando termini e giudizi come “simpatico” o “antipatico”. Il bambino deve essere libero di scegliere da solo secondo le sue simpatie chi scegliersi come amico. È altrettanto importante non far mai sentire i bambini sbagliati in base al loro carattere: alcuni possono essere molto estroversi e con tanta voglia di parlare, altri molto introversi e timidi. Non bisogna mai costringere i bambini timidi a inserirsi nel gruppo a parlare e giocare, è importante rispettare le loro modalità e le loro tempistiche: lo faranno quando si sentiranno pronti; se li si costringe la situazione potrebbe solo peggiorare facendo sì che il bambino si chiuda ancora di più. Se il bambino invece è estroverso bisogna evitare di dirgli frasi come “parli troppo”: il bambino si sentirebbe sbagliato e si rischia che in seguito eviti di parlare con gli altri bambini in maniera tranquilla.

È bene che tutti i bambini sperimentino le loro amicizie essendo liberamente sé stessi.

Tra giochi di logica e applicazioni pratiche, non esistono soluzioni universali ma approcci culturali

«Il numero è il sovrano delle forme e delle idee, e l’origine degli dei e degli spiriti.»

Attribuito a Pitagora da Giamblico di Calcide in “Vita di Pitagora”

Premessa doverosa: non sono un pedagogista né uno psicologo dell’età evolutiva, e di conseguenza posso solo integrare le competenze di queste figure professionali. Io faccio un altro mestiere, quello del divulgatore scientifico, che è una specie di creatura mitologica a tante teste: esperto, comunicatore, mediatore, educatore, e spesso molte altre. Il mio è quindi un punto di vista, coltivato in più di dieci anni di attività, che prova a mettere insieme ricerca scientifica, questioni culturali, e esperienza educativa. Di conseguenza, la risposta che proverò a dare alla domanda “come avvicinare i bambini alla matematica” avrà in realtà poco a che fare con i bambini stessi, e moltissimo a che fare invece con le famiglie e la società.

Un aspetto che mi trovo spesso a considerare è che, in una percentuale importante delle famiglie, mentre l’apprendimento delle abilità linguistiche viene percepito come “naturale” e non manca lo sprone allo sviluppo dell’espressività attraverso pratiche ludiche e creative, è meno comune che ci sia la stessa attenzione alle capacità numeriche che non sia il semplice “far di conto”. In termini più squisitamente folkloristici: mentre l’acquisizione delle prime parole viene celebrato come un momento significativo, e i fogli pieni di linee disegnate vengono esposti a imperitura memoria sulla porta del frigorifero, difficilmente le prime operazioni aritmetiche godono della stessa risposta emotiva da parte delle famiglie.

In generale, questo si innesta in un discorso culturale più ampio, in cui la le materie umanistiche e le discipline artistiche vengono considerate fondamentali per la formazione dell’individuo e la creazione di rapporti sociali, mentre la scienza e in particolare la matematica vengono percepite come più ostiche, più impersonali, meno importanti per l’integrazione nel gruppo sociale, e anzi spesso riservate ad una ristretta cerchia di persone “portate”. La matematica vista come un’attività meccanica, da apprendere nell’ottica di ottenere buoni risultati scolastici ma poco rilevante per la vita di tutti i giorni e certamente ben lontana dal piacere e dal divertimento.

Questo, ovviamente, è un pregiudizio, tra l’altro storicamente diffuso nel nostre paese, conseguenza anche di filosofie educative che affondano le loro radici all’inizio del secolo scorso, con l’idealismo di Croce e Gentile. In realtà, la pratica scientifica, seppur canonizzata nel metodo, si basa sul processo di apprendimento naturale dell’essere umano, per prove ed errori, e miglioramenti continui. Allo stesso modo, ci sono forti indicazioni che le abilità matematiche di base siano innate, e che quindi siamo una parte imprescindibile della cognizione umana. Importantissimi in questo ambito sono stati gli studi pionieristici di Karen Wynn, scienziata canadese-americana impegnata nel campo delle scienze cognitive, che hanno dimostrato capacità matematiche di base nei bambini a partire da circa sei mesi di età, e che le hanno valso la pubblicazione sulla prestigiosa rivista Nature nel 1992.

Sfatato quindi il pregiudizio che le competenze matematiche siano in qualche modo accessorie allo sviluppo cognitivo nell’infanzia, e dimostrato che invece ne facciano parte in maniera imprescindibile fin dalla più tenera età, resta la domanda quali siamo in modi migliori per avvicinare i bambini alla matematica e sviluppare le loro capacità logiche, numeriche, spaziali.

Riguardo a questo, nella mia esperienza, la questione più importante è la realizzazione che non esistono soluzioni semplici e tantomeno univoche, ma che l’approccio debba essere primariamente culturale. Infatti, e dovrebbe essere ridondante dirlo, non tutti “i bambini” sono uguali. Anche tralasciando le questioni riguardanti le tempistiche dello sviluppo cognitivo, ci sono sensibilità e preferenze che hanno diritto ad essere rispettate. Alcune di queste differenze, tra l’altro, non sono nemmeno personali ma conseguenza di pressioni sociali che esercitano la loro influenza fin dall’infanzia attraverso la famiglia e la cultura condivisa. Appare quindi chiaro come non possano esistere “soluzioni universali”, ma debbano essere considerate differenti proposte, che possono essere efficaci in maniera diversa a seconda dei soggetti e delle situazioni.

Alcune di queste passano attraverso l’aspetto ludico: la “gamification” della pratica matematica, attraverso giochi, punteggi, livelli, competizioni può essere un modo per generare interesse e gratificazione. Molte proposte digitali ad esempio vanno in questa direzione, concentrandosi sul “coding” inteso come aspetto educativo della programmazione informatica.

Ma non è l’unica possibilità: per altri l’aspetto interessante della matematica può essere quello pratico di risoluzione dei problemi. La matematica come strumento per ottenere risultati pratici, attraverso l’uso di oggetti fisici, la costruzione di strutture, o l’uso di strumenti meccanici: questo approccio si inserisce bene nella filosofia educativa STEM (scienze, tecnologia, ingegneria, matematica) che integra la matematica con le sue applicazioni.

Un altro aspetto, che spesso viene trascurato, viene invece dall’apprezzamento della bellezza della matematica: uno strumento del pensiero lucido e lineare, che permette di esplorare con la mente concetti lontani dalla pratica quotidiana ma ricchi di fascino. Questo approccio viene un po’ messo da parte dai docenti perché può risultare più complesso, ma rappresenta una possibilità che dovrebbe essere proposta per fornire, se non altro, una prospettiva diversa sulla matematica.

Come dicevo, ci sono diversi approcci possibili. Ma c’è una questione alla base che, come affermavo all’inizio, ha poco a che fare con i bambini e molto con le famiglie e la società. Se il sentimento comune riguardo la matematica trasmesso dagli adulti è di una disciplina ostica e noiosa, non ci si può aspettare una risposta diversa da parte dei ragazzi e delle ragazze. Per ogni affermazione del tipo “io la matematica non l’ho mai capita” pronunciata quasi con orgoglio, o “per me la matematica è sempre stata noiosa” detta con una scrollata di spalle, stiamo influenzando le giovani generazioni a ripetere le stesse azioni e a mettere in atto gli stessi meccanismi di rifiuto.

Questa, nella mia esperienza, è la questione fondamentale che è necessario affrontare. Trasformare la domanda esterna “come avvicinare i bambini alla matematica” in un interrogativo interno: “come non allontanare i bambini dalla matematica”. Solo allora, quando gli adulti avranno focalizzato il proprio ruolo e la propria responsabilità, si potrà affrontare la questione dei metodi di apprendimento, e lavorare insieme per trovare gli approcci più efficaci.

Vediamo insieme come insegnare ai nostri bambini il rispetto per l’ambiente attraverso il gioco

Un bambino educato al rispetto dell’ambiente sarà un adulto consapevole e responsabile. Il modo migliore per spiegare la raccolta differenziata ai bambini è attraverso il gioco. I piccoli grandi insegnamenti che riguardano la natura e l’ambiente saranno così accolti con grande entusiasmo dai bambini.

I genitori, non solo la scuola, hanno un ruolo cruciale nella formazione dei giovani abitanti del pianeta Terra. Educare i bambini al rispetto per l’ambiente e a differenziare i rifiuti è fondamentale per ridurre l’inquinamento e condurre uno stile di vita ecosostenibile.

Come insegnare ai nostri figli la raccolta differenziata dei rifiuti? Scopriamolo insieme.

Come insegnare ai bambini la raccolta differenziata e il riciclo

Sin dai primissimi anni di vita è possibile insegnare ai nostri figli l’educazione ambientale, il rispetto per la natura e per il meraviglioso pianeta in cui viviamo e l’arte del riciclo. Se per noi adulti è stato un po’ difficoltoso mettere in pratica la raccolta differenziata, per i bambini è invece un’azione spontanea e semplice.

Le prime nozioni di raccolta differenziata e riciclo dei rifiuti vengono solitamente date ai nostri figli a scuola e quindi sono già preparati (a volte molto più di noi mamme) sul tema, ma se i bambini non frequentano la scuola perché ci si avvale della formula dell’homeschooling non preoccupatevi insegnare il riciclo ai bambini non è difficile. Ecco 4 semplici passi da seguire per rendere i nostri bambini attenti all’ambiente.

Dare l’esempio

La prima cosa da fare è dare l’esempio: i bambini crescono osservando e imitando le azioni degli adulti. Un po’ quando le mamme si lamentano che i figli non leggono libri ma spendono tutto il loro tempo incollati allo schermo degli smartphone, ma poi sono loro le prime che non leggono mai libri e stanno sempre sui social.

Rendere i bambini partecipi

La seconda cosa per insegnare ai bambini il riciclo è farli sentire grandi e responsabili: i nostri figli amano fare le cose degli adulti, perché non coinvolgerli in un’azione quotidiana così importante come la raccolta differenziata? La formula vincente è sempre usare la fantasia e la creatività. Cosa significa? I bambini amano ascoltare storie e quindi possiamo raccontare la storia di come una bottiglia di plastica riciclata diventa una pallina per giocare o una maglietta da indossare.

Far sperimentare i bambini

La terza cosa è farli sperimentare, fargli scoprire la differenza visiva e tattile tra i diversi materiali (plastica, vetro, carta) e guidarli nella suddivisione in gruppi usando diversi cestini accessibili a loro, magari anche tutti colorati. L’uso dei colori per i bambini è molto importante. La memoria visiva è super importante nei bambini ecco perché possiamo chiedere ai nostri figli di scegliere un colore diverso per contraddistinguere ogni materiale da riciclare (ad esempio azzurro vetro, verde carta, giallo umido, nero indifferenziata, arancione plastica).

Riciclo creativo

La quarta cosa da fare possono essere i giochi di riciclo creativo.  Esistono milioni di giochi da fare per insegnare ai nostri figli come dar nuova vita ad oggetti da riciclare. Un esempio sono gli infiniti lavoretti usando i rotoli di carta igienica o le bottiglie di plastica o solo i tappi di plastica o anche le scatole di cartone. Basta un pizzico di manualità, tanto buonumore e creatività e il gioco è fatto. I bambini apprenderanno così non solo come differenziare e riciclare i rifiuti, ma anche, quando possibile, come riciclare da soli creando nuovi favolosi giochi.

EDUCAZIONE TRA SCIENZA E SOCIETÀ

STEAM (s.): VAPORE. Stato fisico della materia in fase aeriforme che si trova in equilibrio con la sua fase liquida. Nell’uso comune, è spesso riferito al vapore acqueo. Si utilizza anche in frasi idiomatiche originate durante la rivoluzione industriale, che richiamano l’utilizzo del vapore per la produzione e la locomozione: “a tutto vapore”, nel significato di “dare fondo a tutte le risorse”, “avanti a tutta velocità”.

No, non è di questo STEAM che stiamo parlando (anche se certamente la scelta non è stata casuale, ma per evocare immagini di progresso tecnico e prosperità), ma dell’acronimo STEAM, che si utilizza per indicare le discipline che ricadono sotto l’ombrello di “science, technology, engineering, mathematics” (STEM), con l’aggiunta della A di “arts” ad indicare che tutte queste discipline possano rapportarsi con le arti per essere ancora più efficaci e rilevanti nella società.

La definizione delle discipline STEAM ha implicazioni in vari settori, compreso quello educativo, e sono molti i paesi che hanno deciso di investire (o indicato la volontà di investire) per garantire sviluppo e prosperità su basi tecnologiche. L’idea è stata formalizzata negli Stati Uniti all’inizio degli anni 2000, quando la National Science Foundation ha individuato queste aree come critiche per la formazione degli studenti negli anni a venire. Nell’Unione Europea, le competenze STEAM sono un pilastro del programma Horizon Europe, l’iniziativa settennale per la ricerca e l’innovazione, e sono al centro dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. Per calare queste affermazioni in ambito lavorativo, possiamo guardare alle statistiche di occupabilità e retribuzione, da questi si può ben argomentare che l’apprendimento delle discipline STEAM garantisca un futuro lavorativo più sicuro e più prospero.

Tutto questo è certamente vero.

Ma non è per questo che bisogna ritenere fondamentale l’apprendimento delle discipline STEAM. La sicurezza lavorativa e la prosperità economica sono certamente aspetti fondamentali della realizzazione individuale, ma sarebbe estreamente riduttivo pensare alle discipline scientifiche in termini puramente pratici ed economici.

L’aspetto più importante che le queste discipline possono trasmettere è infatti il valore del pensiero scientifico. Il fatto che la scienza, lungi dall’essere un corpus di informazioni dogmatiche da assorbire e recitare a comando, sia in realtà un approccio: un modo di guardare il mondo che richiede continua ricerca, spirito critico, capacità di analisi, intraprendenza, ma soprattutto (ed è importante ricordarlo sempre) l’umiltà di sottomettere le proprie idee al confronto con la realtà. Da questo seguono altri principi: la replicabilità degli esperimenti, la trasparenza dei metodi, l’accessibilità dei risultati, il confronto tra pari. Ma alla base c’è sempre quell’idea fondamentale, ossia che il metodo scientifico è la più alta forma di onestà: ammettere che il mondo è come è, e non come pensiamo che sia.

A questi pilasti dell’etica scientifica si unisce un altro aspetto necessario per parlare di scienza: lo sforzo costante di misurare. Fin dalla sua prima concezione come metodo empirico, la chiave del successo del pensiero scientifico è stata sempre la capacità di trasformare le esperienze in misure, e di utilizzare i metodi della matematica per ottenere risultati confrontabili. Nessuno l’ha mai detto meglio dello stesso Galileo: “La filosofia della natura è scritta in questo grandissimo libro che continuamente ci sta aperto dinanzi a gli occhi (io dico l’universo), ma non si può intendere se prima non s’impara a intender la lingua, e conoscere i caratteri nei quali è scritto. Egli è scritto in lingua matematica.” (Il Saggiatore, 1623)

Su queste basi, è facile vedere come l’apprendimento delle discipline STEAM sia di importanza critica non solo per gli aspetti pratici, ma soprattutto per la crescita culturale e il progresso sociale. È importante inoltre ricordare che un aspetto fondamentale dell’approccio educativo alle discipline STEAM è rappresentato proprio dall’essere raccolte sotto un unico termine: l’integrazione. Superando l’approccio dell’insegnamento diviso per materie, l’apprendimento scientifico viene affrontato in maniera organica, mettendo insieme conoscenza (la parte science), tecnica (technology), applicazioni (engineering), metodi numerici e pensiero logico (mathematics) e anche creatività e comunicazione (arts). Le lezioni si svincolano dalla presentazione frontale e diventano progetti interdisciplinari, in maniera non diversa quanto poi avviene effettivamente nella vita quotidiana, dove le competenze non sono separate ma interdipendenti.

Proprio la possibilità di apprendere attraverso la realizzazione di progetti (project-based learning) e di acquisire competenze attraverso la ricerca e la soluzione di problemi (inquiry-based learning) si presta in maniera preziosa allo sviluppo delle caratteristiche fondamentali per la realizzazione come individui e come cittadini consapevoli, favorendo lo sviluppo del pensiero critico e la formazione di una atteggiamento all’appredimento che possa accompagnare durante tutta la vita (lifelong learning). L’approccio fortemene applicativo, che non separa teoria e pratica ma che si concentra sulle competenze, è ben adattato alle modalità di apprendimento naturali, per prove ed errori, che caratterizzato lo sviluppo cerebrare anche dei più piccoli.

Da ultimo, proprio dal confronto tra l’interdipendenza delle discipline e la realizzazione delle diversità indivuali, nasce la consapevolezza dell’importanza della collaborazione e della cooperazione, in quanto ciascuno dei partecipanti può portare il proprio contributo alla realizzazione dei progetti, in maniera diversa in base alle proprie abilità, esperienze, e inclinazioni. Per questo, risulta di particolare importanza la presenza all’interno dell’ombrello delle discipline STEAM delle arti e in generale degli studi umanistici: non solo come è gia stato detto per rendere più efficace ed innovativa l’applicazione delle competenze, ma anche come strumento di inclusività. A dimostrazione del fatto che il pensiero scientifico non sia ristretto solo a chi si muove con facilità all’interno degli ambiti formali delle scienze, ma che costituisca un vero e proprio patrimonio comune, fondamento di una società aperta, prospera, giusta, e proiettata verso il futuro. Che costituisce, alla fine, il diritto di ogni individuo, e in special modo per i cittadini di domani.

Perché è importante essere dei veri compagni di giochi per i nostri figli

Qual è il significato che assume il gioco per i bambini?  Il gioco per i bambini non è passatempo, ma un lavoro, è la loro attività principale. I bambini abbandonano momentaneamente la realtà, con le sue regole, per entrare in un mondo di fantasia nel quale ogni desiderio si può realizzare. Il gioco è divertimento, esplorazione del mondo, avventura e scoperta di sé, esercizio delle proprie capacità individuali, un’occasione di apprendimento, è un’attività liberatoria di tensioni nervose, è un modo per scaricare le emozioni forti come paura, rabbia, ansia e gioia. Meglio se il gioco è svolto con i propri genitori.

Per Piaget, lo sviluppo del gioco è in correlazione con quello mentale, affermando che: “il gioco è lo strumento primario per lo studio del processo cognitivo del bambino, è la più spontanea abitudine del pensiero infantile. Il gioco stimola la memoria, l’attenzione, la concentrazione, favorisce lo sviluppo di schemi percettivi, capacità di confronto e relazionali. Pertanto una carenza di attività ludica riflette nel bambino gravi carenze anche a livello cognitivo.

Secondo Piaget si possono individuare tre stadi di sviluppo del comportamento ludico.

I giochi di esercizio prevalgono nel primo anno di vita, nella fase cosiddetta “senso-motoria” durante la quale il bambino, attraverso l’afferrare, il dondolare, il portare alla bocca gli oggetti, l’aprire e chiudere le mani,  impara a controllare i movimenti e a coordinare i gesti.  Il gioco diventa un modo con cui i piccoli conoscono l’ambiente. E’ proprio in questo periodo che la madre diviene il primo compagno di giochi, infatti  mediante l’esplorazione del proprio corpo e quello della madre, il bambino inizia a capire dove finisce lui e inizia la mamma, percepita fino a quel momento come parte di sé.

I giochi simbolici caratterizzano il periodo che va dai due ai sei anni di vita. Si collocano nella fase detta “rappresentativa”, in cui il bambino acquisisce la capacità di rappresentare tramite gesti o oggetti una situazione non attuale. Si sviluppa la capacità, quindi, di immaginazione e di imitazione. In effetti i bambini riproducono esperienze viste ma non ancora direttamente sperimentate ad esempio il bambino imita il comportamento degli adulti, gioca ad essere mamma o papà indossando i loro vestiti, oppure rivive emozioni sperimentate con le sue figure di riferimento.

Infine i giochi con regole emergono nel periodo dai sette agli undici anni, nella fase detta sociale, caratterizzata da una maggiore aderenza alla realtà. I giochi diventano di gruppo e con regole, questo permette al bambino di sperimentare lo stare con gli altri attraverso giochi strutturati.

Appare evidente quanto giocare con i genitori è, per il bambino, un’occasione per costruire legami di intimità con le persone per lui più importanti. Infatti è facilmente visibile l’entusiasmo con cui reagisco i bambini alla disponibilità dei genitori a giocare con loro, ne sono molto felici e questo consente loro di rafforzare il senso di sicurezza e protezione.

La capacità dei genitori di giocare con i propri figli è sicuramente un buon indice di armonia familiare e garantisce ai piccoli una sensazione di benessere psichico oltre a costituire la condizione di base per sviluppare una buona capacità ludica. Al contrario l’assenza di gioco nella vita di un bambino viene visto spesso come un segnale di disagio o malessere interiore che andrebbe indagato ed osservato in modo professionale.

Oggi giorno capita spesso che, a causa degli impegni pressanti, si rischi di dedicare poco tempo a giocare con i propri figli, è invece fondamentale recuperare spazi e tempi per il gioco perché è soprattutto attraverso il gioco che passa la comunicazione più profonda tra adulti e bambini. Non sono necessari giocattoli costosi o elaborati bastano oggetti semplici che stuzzichino la naturale fantasia del bambino e vi permettano di creare, di conoscere, di imitare, di imparare a stare insieme, di affrontare le paure, di dare voce ai desideri, di imparare a gestire le emozioni.

Un modo semplice per avvicinare i bambini all’importante tema del rispetto per l’ambiente

Come realizzare un orto botanico a casa

L’obiettivo principale di un orto botanico a casa è quello di responsabilizzare i bambini circa l’ambiente, ma anche sensibilizzarli riguardo gli ortaggi che mangiamo ogni giorno a tavola. I giovani abitanti della Terra, coltivando l’orto, imparano così il ciclo della vita, il ritmo delle stagioni, l’importanza delle attese e della crescita lenta e la fase di raccolta. L’ideale sarebbe avere 4 mq di terreno al sole a disposizione, in alternativa vanno bene anche dei vasetti per coltivare erbe aromatiche a casa realizzando un orto botanico sul balcone o terrazza se ne avete la possibilità.

Vediamo ora come fare un orto botanico a casa, con quali piante iniziare e molto altro ancora.

Perché coltivare un orto?

Coltivare l’orto è un’attività davvero educativa per i bambini, adatta a qualsiasi fascia d’età e alla portata di tutti. Coltivare significa prendersi cura di qualcosa con costanza e premura, ma anche imparare l’arte della pazienza e allontanare l’impulsività.

L’amore per la natura è un amore non a senso unico, nel senso che la natura ricambia con grandi piccole soddisfazioni le cure ricevute dai bambini. Non è necessario avere un terreno per coltivare un orto, si può benissimo usare il balcone di casa e nel caso in cui nemmeno il balcone sia disponibile, niente paura si può optare per un angolo o una scala all’interno della casa. Per quanto riguarda l’occorrente necessario, servono poche cose: vasetti, terriccio idoneo, torba, argilla.

Si può decidere di prendere già le piantine dal vivaio oppure di partire dai semi, questa seconda opzione darà più soddisfazioni ai piccoli agricoltori e permette di insegnare ai bambini il ciclo vitale di una pianta e non solo.

Quali piante coltivare con i bambini

Se optate per gli ortaggi, c’è un apposito calendario degli ortaggi e quindi ogni stagione ha i suoi ortaggi e ogni ortaggio ha un preciso momento per essere messo nel terreno e un preciso momento per la raccolta. Se lo spazio è limitato e l’orto è dentro casa, meglio colture che occupano poco spazio come basilico, fragole, peperoncino, pomodoro ciliegino.

Le piante più semplici da coltivare per un orto botanico a casa sono:

  1. rosmarino
  2. salvia
  3. basilico
  4. prezzemolo
  5. timo
  6. menta
  7. maggiorana
  8. carote
  9. lampone
  10. insalatina da taglio
  11. ribes rosso

Se avete dello spazio in balcone o terrazza potete optare anche per i pomodori che crescono in altezza come i datterini o ciliegini.

Non dimenticate di assecondare i gusti del bambino e quindi far scegliere a vostro figlio cosa preferisce coltivare dandogli diverse opzioni tra cui scegliere. Altrettanto importante è coinvolgere i bambini a 360° nella cura dell’orto a casa dalla scelta delle piante da coltivare alla cura delle piantine fino ai travasi e alla raccolta. Ecco perché si consiglia di dotare i piccoli agricoltori di un piccolo innaffiatoio, una piccola paletta e un grembiule.

Ricordate che i vostri figli devono essere liberi di giocare e sporcarsi quindi meglio vestirli con “abiti vecchi” che possono sporcare, rovinare e così via. Se volete renderli felici, potete anche cucirgli o comprare una vera e propria divisa da contadino con salopette in velluto, camicia a quadretti e cappello stile cowboy.

Si consiglia di usare anche etichette per le piante da far apporre al bambino in modo tale che possa ricordare ogni singola pianta e spiegarli anche il ciclo vitale e gli usi in cucina.

Con l’orto botanico a casa i bambini dovranno prendersene cura ogni giorno visto che dovranno eliminare erbacce e bagnare con costanza per favorire la crescita. Non resta che augurarvi buon divertimento e un buon raccolto

Si obietta spesso che i bambini “montessoriani” siano liberi di fare tutto ciò che vogliono e che non siano disciplinati. Ma è davvero così?

Si obietta spesso che i bambini “montessoriani” siano liberi di fare tutto ciò che vogliono e che non siano disciplinati. Non vi è niente di più falso.

La disciplina non è fatta di punizioni o privazioni ma è un lungo processo che si costruisce nell’amore, nella fiducia e nella pazienza infinita. Maria Montessori definisce questo metodo Disciplina Attiva che vede, appunto, il bambino coinvolto attivamente e lo responsabilizza rispetto al proprio comportamento attraverso il senso morale e la competenza emotiva.  L’adulto, pertanto, non punisce e non impone, bensì, lascia il bambino libero di fare, rispettando la spontaneità e la sua più autentica natura. Perché ciascuno è diverso, unico ed irripetibile.  Il principio che caratterizza il lavoro della Montessori è, infatti, “Aiutami a fare da solo”; lasciare liberi non significa che si debba abbandonare il bambino a se stesso, ma proporgli un ambiente in cui possa agire liberamente.

Poche regole caratterizzano l’ambiente di gioco, ma sono invalicabili. Il disordine, il dilettantismo e il fai-da-te non sono contemplati: tutto deve essere pensato e niente è lasciato al caso. L’ambiente viene organizzato per aree, ciascuna dedicata ad una specifica attività: lettura, scrittura, scienze, disegno, manipolazione e vita pratica, dove il materiale è disposto ordinatamente nelle stesse posizioni, per agevolare l’accessibilità diretta da parte dei bambini. Si fa in modo che il bambino possa scegliere a cosa vuole dedicarsi tra i materiali messi a sua disposizione.  Su tutto regna l’ordine, poiché il bambino non può lavorare bene in un ambiente caotico, soprattutto nella fascia tra i 0 e i 3 anni. Quindi l’ordine è una condizione necessaria per sviluppare la capacità di cogliere le relazioni tra gli oggetti, l’orientamento e padroneggiare l’ambiente circostante.

L’adulto ha davanti a sé un bambino che, per così dire, non esiste ancora, ma che si rivelerà attraverso il gioco, un tipo di gioco spontaneo che sviluppa la concentrazione, la responsabilità e l’ indipendenza di pensiero. 

Dalla spiegazione che la Montessori fa della disciplina ne deriva che, la missione di noi genitore è accompagnare i nostri figli verso loro stessi, cioè aiutarli a diventare sé stessi. Ciò significa frenare l’impulso ad agire, non interferire sotto nessuna forma. Quando nostro figlio gioca, il nostro compito è quello di presentare materiale nuovo e proporre attività che lo aiutino a svilupparsi.

In tal modo, il bambino acquisisce l’indipendenza fisica, con l’essere sufficiente a se stesso, l’indipendenza di volontà, attraverso scelte libere ed autonome e l’indipendenza di pensiero, col lavoro svolto da solo, senza interruzione.

I bambini sono anche attratti da ciò che gli consente di inserirsi nel mondo, pertanto,  hanno bisogno di essere attivi e di maneggiare gli oggetti veri e non solo i giocattoli. Non vogliono una vita a parte, hanno bisogno di fare anche delle cose che li mettano in relazione con noi, per questo motivo è necessario farli partecipare alle attività della vita quotidiana come tagliare una banana, stendere i panni, usare l’aspirapolvere. Ovviamente non ci aspettiamo che eseguano perfettamente i lavori, l’importante è che si sentano liberi di farli e che li eseguano con soddisfazione. Attraverso il rapporto di collaborazione con noi, i bambini si adattano alla vita reale e accrescono la fiducia in se stessi.

Anche lo sguardo ha una grande importanza nella relazione e nella comunicazione; guardandoci reciprocamente entriamo in contatto in profondità e riusciamo a trasmettere molte cose, più che con le parole.  Capita a tutti di pronunciare “è troppo pesante per te”. “ attento che cadi”, “ sei troppo piccolo per …”, “ non fare questo…”,  queste parole negative  bloccano il bambino. Mettiamo da parte queste espressioni e enfatizziamo gli avvertimenti amorevoli e incoraggianti, meglio se uniti a uno sguardo silenzioso e protettivo (non disturbarlo mentre agisce). Dare fiducia è il più bel regalo per favorire la fiducia.  Noi genitori possiamo indicare la via verso la libertà, educando i nostri figli a “scegliere”,  ad esempio possiamo incrementare le occasioni per farli esercitare, anziché stabilire cosa devono mangiare o a cosa devono giocare possiamo far scegliere tra due giocattoli, tra due yogurt etc.

Insomma, attraverso la disciplina attiva, il bambino non fa tutto ciò che vuole ma vuole ciò che fa. La libertà non è lo scopo ma un lungo processo attraverso il quale il bambino acquisisce le proprie caratteristiche umane e diventa un individuo libero.

“Disciplinato è colui il quale è padrone di se stesso, pertanto può predisporre delle sue capacità quando occorre seguire una regola di vita”.

Bibliografia

“Educare alla libertà“, Maria Montessori, editore Oscar Mondadori (2008)

“Il metodo Montessori. Per crescere tuo figlio da 0 a 3 anni e aiutarlo a essere se stesso” , Charlotte Poussin, editore Demetra “2017)

La terra dallo spazio

“Abbiamo fatto tutta questa strada per esplorare la Luna, e la cosa più importante è stata che abbiamo scoperto la Terra.”
Bill Anders

Il 24 dicembre 1968, i tre astronauti statunitensi Frank Borman, James Lovell, e William Anders si trovavano a bordo della capsula Apollo 8. Loro missione era la prima nel suo genere: compiere per la prima volta un’orbita completa intorno alla Luna. La missione fu un successo, ma non l’impresa scientifica e tecnologica non fu l’unica conseguenza del loro viaggio. Alle ore 16 ora coordinata universale, all’uscita dalla quarta orbita intorno alla Luna, gli astronauti guardarono fuori da uno degli oblò della loro capsula. Nelle registrazioni di bordo, è possibile ascoltare questo scambio. “Oh santo cielo! Guarda che vista da quella parte! La Terra sta sorgendo. Urca, questa è bella!” “Hai una pellicola a colori, Jim? Passami quel rullino a colori, presto, per favore.” “Gente, è magnifica!”

La foto che è risultata da quello scatto è diventata famosa come Earthrise, “il sorgere della Terra”. La fotografia, semplice nella sua composizione ma incredbile per il momento, storico e umano, nella quale è stata scattata, ha assorbito negli anni una sempre crescente importanza, non solo nella documentazione della corsa allo spazio tra Stati Uniti e Unione Sovietica, ma per la consapevolezza globale che questa foto ha aiutato a cementare.

Perché dopo questa immagine, che ritrae il nostro pianeta sella sua interezza, nessuno può più negare che siamo tutti parte dello stesso mondo. Tutti uniti in un fragile destino a bordo di una piccola palla di roccia, sola e perduta nell’oscurità. Una foto che fa mancare il fiato per la bellezza, ma anche per la consapevolezza quanto sia piccolo e fragile questo nostro pianeta.

Non era la prima immagine della Terra catturata dall’orbita dell Luna: due anni prima, la sonda americana Lunar Orbiter 1 ne aveva già scattata un’altra, ma si trattava di una foto sgranata e in bianco e nero, e non raggiunse mai la fama di questa. Negli anni, altre ne seguiranno: Blue Marble, “la biglia blu” scattata nel 1972 dall’equipaggio dell’Apollo 17; Pale Blue Dot, “il puntino azzurro”, scattata nel 1990 dalla sonda Voyager 1 e voluta fortemente dall’astrofisico e divulgatore scientifico Carl Sagan; più recentemente, anche Black Marble, “la biglia nera” ha acquisito sempre più popolarità, perché ci ricorda l’impatto ancora una volta con chiarezza estrema l’impatto dell’uomo sul nostro pianeta.

Pale Blue Dot (1990)
Link: https://en.wikipedia.org/wiki/File:Pale_Blue_Dot.png
Credits: NASA

The Black Marble
Link: https://en.wikipedia.org/wiki/File:Black_Marble_Americas.jpg
Credits: NASA Earth Observatory

Queste immagini, lentamente, nel corso degli anni, hanno avuto un impatto straordiario sulla cultura popolare, raccontando meglio di centinaia di parole non solo quanto piccolo e fragile sia il nostro mondo, ma quanto sia nostro dovere.

La Terra, che ci appare così immensa e sconfinata, nostra madre naturale, alla quale ci affidiamo inermi per nutrirci e proteggerci, la cui furia si può abbattere su di noi a volte senza preavviso e senza pietà, allo stesso tempo appare così piccola e delicata, quasi che potessimo tenerla tra le mani, trattenendo il respiro per paura di rompersa. Questo è il dilemma che affligge l’umanità ora: siamo capaci di grandi cose, imprese straordinarie ed azioni eclatanti, ma allo stesso tempo queste nostre capacità ci mettono di fronte alle nostre responsabilità nella casa comune di tutte le specie viventi.

Primo Earth Day (1970)
Link: http://www.itc-us.com/wp-content/uploads/2017/04/Untitled-1.png
Credits: The New York Times

Non è forse un caso che proprio nel periodo tra gli anni in cui Earthrise (1968) e The Blue Marble (1972) erano state scattate, un nuovo movimento ambientalista ha visto crescere la sua partecipazione, fino ad arrivare all’istituzione, nel 1970, del primo Eath Day. L’idea fu lanciata dal senatore Gaylord Nelson e dal giovane attivista Denis Hayes, che per primo propose l’idea di trasformare quella che era stata pensata come un giornata all’aperto dedicata all’insegnamento delle scienze ambientali in un vero raduno nazionale per la difesa dell’ambiente. Più di 20 milioni di persone si riversarono nelle strade di tutta l’America per manifestare, in quello che ad oggi rimane come il singolo più grande giorno di protesta mai tenuto al mondo. Arrivando agli anni ’90, l’Earth Day aveva ormai superato i confini degli Stati Uniti per diventare un evento internazionale. Ad oggi, la rete, è proprio il caso di dirlo, globale del Giorno della Terra organizza eventi nei 193 paesi delle Nazioni Unite che coinvolgono fino a 1 miliardo di cittadini attraverso 22 mila organizzazioni dedicate alla pace, alla natura, alla divulgazione scientifica, e al contrasto alle minacce globali per il clima e l’ambiente.

Per manifestare ancora una volta la consapevolezza espressa per la prima volta dal cosmonauta sovietico Yurij Gagari, del cui volo cade quest’anno il 60° anniversario, così come raccontato dalle sue stesse parole: “In orbita attorno alla Terra, nella capsula spaziale, ho visto quanto è meraviglioso il nostro pianeta. Il nostro scopo deve essere di proteggere e aumentare questa bellezza, non distruggerla.”

Scopriamo insieme i primi giochi educativi

Per comprendere al meglio l’importanza dell’apprendimento in età baby e dei primi giochi educativi, cominciamo dando una semplice definizione di “apprendimento”: è un processo attraverso il quale in presenza di determinati stimoli nasce e/o si modifica un comportamento. L’apprendimento è quindi frutto della continua interazione tra l’essere umano e l’ambiente che lo circonda, ma anche tra l’essere umano e gli altri esseri umani, insieme alle esperienze che si sperimentano nell’arco della vita. Le scienze pedagogiche, la sociologia e la psicologia studiano da sempre l’apprendimento, analizzando tutti i processi che lo caratterizzano e cercando nuove strategie che lo possano rendere sempre più valido ed efficace.

L’apprendimento inizia fin dai primi giorni di vita del neonato, prosegue poi da bambini, e ci accompagna per il resto della vita, anche da adulti e da anziani.

Può sembrar strano che un neonato possa apprendere, eppure è proprio così. Se osserviamo bene un neonato infatti, ci accorgeremo che il suo modo di fare rispecchia in pieno la definizione di apprendimento. Fin dalle prime settimane di vita il bambino scopre la relazione causa – effetto in questo modo: capisce che può “far accadere delle cose” perché ad ogni sua azione risponde una reazione da parte dei genitori e degli adulti che ogni giorno si prendono cura di lui; ogni genitore e/o adulto che si prende cura di un bambino risponde al suo pianto e ai suoi gesti con determinate azioni. Questo ci fa capire come lo sviluppo cognitivo e l’apprendimento del bambino avviene in maniera naturale e graduale, frutto dell’interazione con l’ambiente esterno e con gli adulti che lo circondano e che gli forniscono numerosi stimoli. Questi stimoli sono di fondamentale importanza per incentivare questa prima forma di apprendimento.

L’apprendimento in fase “baby” possiamo inserirlo nella fascia d’età che va dai 0 ai 3-4 anni. Oggi fortunatamente esistono tanti giochi fatti ad hoc per stimolare i bambini di quella fascia d’età. I bambini già da pochi mesi sono attratti dai giochi che producono suoni insieme a luci e immagini. Sono inoltre attratti dai cosiddetti “giochi sensoriali”, ovvero giochi che stimolano i loro sensi, in particolare il tatto, la vista e l’udito. I giochi più adatti quindi sono quelli con queste caratteristiche, ad esempio il classico gioco della casetta con le forme. Lo ricordiamo tutti: una casetta o cubo con dei ritagli di varie forme geometriche e le formine da inserire/incastrare al suo interno. Giochi di questo tipo hanno una grande valenza educativa perché aiutano a migliorare le capacità motorie, a prendere confidenza con i colori, a conoscere le forme, a sviluppare la coordinazione oculo – manuale, e a migliorare le capacità cognitive precoci. Un’altra attività molto utile in questo senso, con le stesse proprietà e che piace tanto ai bambini è quello di far scivolare una pallina dall’alto verso il basso, magari da una sorta di torre(percorso). In questa fascia d’età inoltre i bambini potrebbero stare per ore a giocare con dispositivi elettronici che riproducono canzoncine, ninne nanne, versi di animali, associate a colori e immagini. Questi giochi sono altamente educativi poiché i bambini, imparando anche e sopratutto per imitazione, memorizzeranno parole nuove e canzoncine. Non per forza i giochi devono essere luminosi: i bambini si accontentano anche di quelli che parlano e suonano schiacciando un pulsante. Ai bambini piace ascoltare filastrocche e storie, esistono tanti giochi che contengono dei mini dispositivi/audio libri che fanno questo. Non deve essere un sostituto del genitore che legge, ma talvolta possono essere utili per intrattenere il bambino quando magari il genitore è impegnato. Un grande classico sono le costruzioni che rappresentano un grande alleato educativo per lo sviluppo della motricità fine. Un altro gioco intramontabile per quell’età è rappresentato dai puzzle e dai memo: incastrare i pezzi per formare una figura e cercare le stesse figure aiutano il bambino a sviluppare la concentrazione, l’attenzione e la memoria. In quella fascia di età è molto importante lavorare anche sulla logica, proponendo quindi ai bambini dei giochi basati sull’associazione: ad esempio grande piccolo, mamma – figlio, abbinare un animale al suo ambiente, ecc. E’ sempre bene lasciare i bambini liberi di esprimere la loro creatività, e quale modo migliore se non con fogli, colori, e le lavagnette (anche le classiche lavagnette “magiche” facili da cancellare).

I primi anni sono i più importanti della vita di ogni persona: sono gli anni nei quali si andrà a formare la personalità del bambino e futuro adulto. Pertanto è molto importante seguirlo nello sviluppo, fornirgli gli stimoli adatti a crescere e apprendere al meglio le prime competenze, accompagnandolo sempre con vicinanza , amore, empatia, e ascolto. Tutte queste attività consigliate è bene che vengano svolte con la guida e la compagnia di un adulto, alternando anche momenti in cui i bambini giocano da soli per sviluppare l’autonomia.

Ecco alcune idee semplici e creative più alcuni giochi da poter fare nel periodo di Pasqua tutti insieme a casa.

Cari genitori,

ecco alcuni spunti per poter realizzare dei lavoretti creativi e giochi a tema pasquale da fare in casa con i vostri bambini per condividere dei momenti insieme, giocare e divertirvi.

Purtroppo è da poco più di un anno che viviamo un periodo di profonda difficoltà,che ha costretto tutti noi a reinventarci, a rimodulare tutte le nostre abitudini per adattarci a quelle nuove che questo momento ci richiede. Questa sarà il secondo anno di seguito che ci troveremo a passare la Pasqua chiusi in casa. I  bambini sono sicuramente coloro che ne stanno risentendo di più tra scuole spesso chiuse,il non poter giocare con i compagni come prima e il non poter uscire come un tempo. Per questo motivo è molto importante trovare delle attività da fare in casa in modo tale che non vivano il tempo passato tra le quattro mura in modo passivo ma che questo diventi un momento per sperimentarsi, creare qualcosa, imparare e divertirsi. Durante le feste i bambini sono sempre stati abituati dall’asilo, alla scuola dell’infanzia e alla scuola primaria a fare dei lavoretti creativi a tema accompagnati da vari giochi. Potete prendere spunto da alcune di queste idee e riproporle in casa ai vostri bambini: fare lavoretti di questo tipo stimola la loro creatività, fantasia,migliora la coordinazione oculo – manuale e li fa divertire, essendo anche un momento da condividere con i genitori,nonni, zii o chi si occupa di loro.

GHIRLANDA DI CARTA CON PULCINI, CONIGLIETTI E UOVA DI PASQUA:

disegnare delle sagome tutte della stessa dimensione di uova di pasqua, coniglietti, pulcini. Scegliete misure medio – piccole affinché possa uscire un bel lavoro. Colorare come si preferisce le sagome. Ritagliare la parte esterna di un piatto di plastica buttando la parte interna. Nella parte esterna del piatto a forma di cerchio incollare le varie sagome alternandole. Attaccare sul retro un nastrino così da poter appendere la ghirlanda. Se volete una misura diversa di ghirlanda potete disegnare un doppio cerchio della grandezza che preferite su un cartoncino da ritagliare e sul quale incollare le sagome con lo stesso procedimento.

MINI CESTINO PORTA OVETTI DI CIOCCOLATO CON PULCINO

prendete un bicchiere di carta e dipingetelo con la tempera gialla,oppure ritagliate il fondo di una bottiglia di plastica nella misura che preferite. Prendete un cartoncino arancione,disegnate la sagoma di due impronte di pulcino e attaccatele davanti al bicchiere per formare le zampe. Adesso in un cartoncino giallo disegnate un bel faccione di un pulcino,con occhi e becco,e attaccatelo dietro il bicchiere. Volendo potete incollare degli occhietti mobili e fare il becco in 3D facendo due triangolini piegati col cartoncino arancione. Disegnate due ali col cartoncino giallo e attaccatele ai lati del bicchiere. Riempite il bicchiere di cioccolatini. Avrete cosi il vostro cestino porta ovetti fatto in casa.

CAPPELLO CON LE ORECCHIE DA CONIGLIETTO DI PASQUA

Incidere la parte interna di un piatto di plastica e mantenere solo la parte esterna a forma di cerchio. Disegnare due orecchie da coniglio, colorarle di bianco e rosa e incollarle in verticale sulla parte esterna del piatto. Diventerà un cappello con le orecchie da coniglio da poter utilizzare per giocare a pasqua.

DISEGNI SENSORIALI: UOVA, PULCINI E CONIGLIETTI

disegnare varie sagome di coniglietti, pulcini e uova di pasqua e mettere della colla all’interno della figura. Prendere dei fogli di carta crespa, carta velina, vecchi giornali, carta alluminio, tagliarli a pezzettini e fare delle piccole palline da incollare nelle varie figure. In alternativa potete anche dipingere con le tempere della pasta cruda e incollarla. In questo modo avrete realizzato delle figure pasquali sensoriali e colorate.

CACCIA AL TESORO PASQUALE

Per giocare alla ricerca delle uova di Pasqua in casa cosa c’è di più divertente di una caccia al tesoro?

Vasca/Doccia: questo indizio si era sporcato, allora a lavarsi io l’ho portato.

Cuscino: ogni notte raccoglie i tuoi sogni fino al mattino,il prossimo indizio è proprio lì, nascosto sotto al tuo…

Televisione: sembra una scatola, è scura e grande, danno programmi in cui fanno domande. Ha tante immagini, emette dei suoni, tu cosa guardi: film o cartoni?

Armadio: se il prossimo indizio tu vuoi trovare dove metti i vestiti devi cercare.

Caffettiera: fa uscire un liquido marroncino che mamma e papà bevono ogni mattino, quando è pronto lei borbotta e attenzione a toccarla perché scotta!

Arancia: non son mela non son pera, ho la forma di una sfera. Il mio succo nutriente è una bibita eccellente. Non procuro il mal di pancia, ho la buccia e sono l’…

Divano: ci si rilassa a leggere il giornale o a guardare la tv, vai a cercarlo dove ti siedi anche tu

Buona Pasqua!

Ecco alcuni consigli per entrare in sintonia con lui e sconfiggere le paure attraverso il gioco

Tutti noi genitori  vorremmo  che i nostri  figli sapessero che ci siamo per loro, che siamo sempre disponibili ad ascoltarli quando vorranno dirci come si sentono, e che potranno venire da noi per parlare di qualsiasi cosa, preoccupazione o difficoltà. Non vogliamo comunicare il messaggio che ci siamo per loro solo quando sono felici o provano emozioni “positive”.

Prima di aiutarvi a comprendere come affrontare le emozioni dei nostri figli è necessario comprendere la struttura dell’encefalo. La parte superiore dell’enecefalo è costituita dalla corteccia celebrale la quale ci permette di analizzare la situazione, riflettere.

La parte inferiore è costituita dal tronco encefalico (cervello rettile) e dal sistema limbico (cervello mammifero). Nella profondità di ciascuno dei nostri lobi temporali si trova una struttura a forma di lacrima chiamata amigdala. I neuroscienziati  la definiscono “il centro di comando” delle nostre emozioni, valuta gli stimoli che arrivano dal mondo esterno, decidendo se evitarli o andare loro incontro.

Queste aree sono responsabili delle funzioni mentali fondamentali per la sopravvivenza (digestione, respirazione, emozioni intense come dolore, piacere, rabbia e paura), e  già in tenera età sono attive e predominanti.  Al contrario, la corteccia celebrale è meno sviluppata e necessita molto tempo per potersi sviluppare completamente, circa 20 anni, ovviamente richiede anche dell’azione dei genitori.

Tale spiegazione è chiaramente una semplificazione ma è indispensabile  per  comprendere  le motivazioni  per cui  un bambino si  abbandona  facilmente a reazioni istintive e si lascia travolgere dalle sue emozioni. Inoltre la conoscenza del cervello ci consente di guidare la nostra mente, le nostre emozioni, il nostro modo di pensare, di prestare attenzione ai comportamenti dei nostri figli  e di abbandonare l’immagine di un figlio ideale che sappia comportarsi sempre coscienziosamente, sfoggiando un impeccabile equilibrio emotivo.

Affinché si sviluppi la parte superiore del cervello di nostro figlio, dovremmo agire da “ cervello esterno”, entrando in sintonia con il bambino.

Invece di minacciarlo, accusarlo o zittirlo poiché irritati dal suo comportamento, dovremmo accogliere e rispecchiare l’emozione di nostro figlio, offrendogli il tempo e le parole per capirla e controllarla. Le regioni del cervello fino a quel momento non perfettamente integrate, infatti, saranno in connessione e maggiormente in grado di operare in forma congiunta.

Uno degli strumenti più efficaci da tenere pronto nella propria “cassetta degli attrezzi” di genitore è la creatività applicabile attraverso l’educazione giocosa. Tale approccio può aiutare i bambini ad affrontare la paura e ad abbracciare l’ignoto. Essendo le emozioni  provocate dai pensieri, attraverso il gioco, aiutiamo i bambini ad uscire dai pensieri inquietanti, facendo cose spaventose ma allo stesso tempo divertenti e sicure, promuovendo la tolleranza verso l’incertezza, il rischio e il disagio.

Paura del distacco

Iniziate ad empatizzare e ad accettare l’emozione del bambino dicendo: “So che odi stare lontano da me, scopriamo quanto riusciamo ad allontanarci?” Utilizzate una corda o un metro per misurare la distanza massima che vi separa  prima che si presenti l’ansia da separazione. Consegnate  l’estremità della corda a vostro figlio e allontanatevi il più possibile assicurandovi di mantenere un po’ di tensione nella corda, in modo che il bambino senta la vostra presenza all’altra estremità. Fermatevi sempre al margine, prima della sopraffazione, e riconnettetevi con un abbraccio. In questo modo permettete ai bambini di sentire un legame fisico mentre fanno esperimenti con una distanza sempre maggiore e gli assicurate di essere una “base sicura”.  Un gioco molto simile è il Cucù o Nascondino, che gioca con il margine tra separazione e  ricongiungimento.

 Paura dei mostri

Un gioco d’inversione di ruoli fantastico è vantarsi a gran voce di essere grandi e forti e di non aver paura di nulla. Non appena il bambino vi dà una spinta tremate di paura o vi nascondete sotto una coperta. In alternativa fingete di essere un mostro ma incompetente e maldestro. Fingete di essere sorpresi quando riesce a liberarsi dalla vostra presa. Esagerate la vostra paura in maniera sciocca. Lasciate che i bambini vi spaventino, vi catturino, vi affrontino o vi stendano al tappeto così facendo favorirete la costruzione della loro sicurezza.  

Paura dell’estraneo

Il gioco serve per ridurre la tensione che i bambini sentono di fronte alle interazioni sociali. Mettete in fila tutti i pupazzi così potrà allenarsi a parlare di fronte ad un “gruppo”.  Ricordatevi che l’obiettivo è evocare la risata. Una variante del gioco prevede di mettersi nei pani della persona impaurita e fingere di non saper fare amicizia, il bambino si dovrà divertire ad insegnarvi le competenze sociali.

Con i più piccoli potete andare al parco e decidere di alternare  5 minuti abbracciati e 10 minuti a giocare con gli amici.

Ricordiamoci che essere genitori giocosi ci aiuta ad entrare in sintonia con i nostri figli, a farli sentire al sicuro e capiti nelle loro emozioni, senza sminuirli. Chi siamo noi per affermare che la preoccupazione di un bambino sia ridicola?  

Bibliografia

La sfida della disciplina. Governare il caos per favorire lo sviluppo del bambino (2015) Daniel J. Siegel,Tina Payne Bryson. Raffaello Cortina Editore

Intelligenza emotiva (1996) Daniel Goleman. Best Burn

Le paure segrete dei bambini. Come capire e aiutare i bambini ansiosi e agitati.  Lawrence J. Cohen (2015) Feltrinelli

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